a guardare una cartina l'Umbria sembra proprio questo: il cuore dell'Italia. se ne sta lì al centro, eppure mi ha sempre dato l'idea di un luogo dove devi andare apposta. non come Roma che ci si arriva da tutte le strade, insomma. molti anni fa ci andavamo spesso: non è troppo lontana da dove sto io, quindi andava bene per la classica gita della domenica. poi non so perchè non ci siamo più tornati, forse perchè in generale è calato drasticamente il numero di gite domenicali che facciamo. insomma, tornarci è stato come vedere tutto per la prima volta perchè me l'ero dimenticato. la nostra prima tappa è stata Assisi, che era piena di crucchi. il nostro girovagare è stato intervallato da un ottimo pranzo, ma la mia presenza di peccatrice incallita in un luogo tanto sacro è stata punita dal decesso inaspettato della Canon Eos. o meglio, delle sue pile. visto che avevo con me altre tre macchine fotografiche, non sono stata particolarmente a strapparmi i capelli. ci siamo poi spostati a Todi, dove ho visitato più negozi che chiese, in quanto ero alla ricerca delle pile per la suddetta; le ho trovate nel quarto, quando ormai stavamo tornando alla macchina, ed è stato un peccato perchè con lo zoom della Canon avrei immortalato molto meglio un gatto dormiglione che sonnecchiava nella biforcatura dei rami di un ulivo. da Todi abbiamo raggiunto, attraverso una valle che pareva di stare nel Kosovo e una strada costellata di puttane, Orvieto e il nostro hotel. tempo di rinfrescarci e aprire l'ombrello, per poi constatare che il ristorante dove dovevamo andare non si trovava da nessuna parte, cosa che ci ha fatto ripiegare sulla prima trattoria disponibile (anche perchè continuava a piovere). qui abbiamo fatto la festa a diversi quadrupedi, avendo preso tutti la grigliata mista, specialità della casa. ieri mattina ci siamo svegliati sotto un cielo grigio e minaccioso, ma poichè aveva già piovuto abbastanza la notte, il sole ha avuto la meglio. abbiamo fatto colazione con una vasta scelta di torte fatte dalla padrona dell'hotel e poi abbiamo affrontato la visita di Orvieto. anche questa città non la ricordavo, o meglio: ricordavo vagamente che il duomo era splendido, e difatti. a differenza di Assisi, lì imperversavano americani e giapponesi. abbiamo nuovamente mangiato benissimo e molto (anzi troppo), quindi abbiamo deciso un cambiamento di programma avendo realizzato che eravamo a soli venti chilometri da Civita di Bagnoregio, altro posto visitato un secolo fa. detto fatto, ci siamo recati lì, rischiando di venire trascinati giù dal ponte dal vento fortissimo. dopo aver finito tutti i rullini, siamo tornati sui nostri passi e abbiamo ripercorso la stessa valle e la stessa strada del giorno prima, constatando che le puttane erano ancora al loro posto, e in più se n'era aggiunta una, biondona ed esuberante, che aveva le cuffie e ballava; ho deciso che era un trans, ma nessuno è voluto andare a controllare. conclusione: posti belli, tempo buono, cibo ottimo e abbondante. direi che è andata bene, no?
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a guardare una cartina l'Umbria sembra proprio questo: il cuore dell'Italia. se ne sta lì al centro, eppure mi ha sempre dato l'idea di un luogo dove devi andare apposta. non come Roma che ci si arriva da tutte le strade, insomma. molti anni fa ci andavamo spesso: non è troppo lontana da dove sto io, quindi andava bene per la classica gita della domenica. poi non so perchè non ci siamo più tornati, forse perchè in generale è calato drasticamente il numero di gite domenicali che facciamo. insomma, tornarci è stato come vedere tutto per la prima volta perchè me l'ero dimenticato. la nostra prima tappa è stata Assisi, che era piena di crucchi. il nostro girovagare è stato intervallato da un ottimo pranzo, ma la mia presenza di peccatrice incallita in un luogo tanto sacro è stata punita dal decesso inaspettato della Canon Eos. o meglio, delle sue pile. visto che avevo con me altre tre macchine fotografiche, non sono stata particolarmente a strapparmi i capelli. ci siamo poi spostati a Todi, dove ho visitato più negozi che chiese, in quanto ero alla ricerca delle pile per la suddetta; le ho trovate nel quarto, quando ormai stavamo tornando alla macchina, ed è stato un peccato perchè con lo zoom della Canon avrei immortalato molto meglio un gatto dormiglione che sonnecchiava nella biforcatura dei rami di un ulivo. da Todi abbiamo raggiunto, attraverso una valle che pareva di stare nel Kosovo e una strada costellata di puttane, Orvieto e il nostro hotel. tempo di rinfrescarci e aprire l'ombrello, per poi constatare che il ristorante dove dovevamo andare non si trovava da nessuna parte, cosa che ci ha fatto ripiegare sulla prima trattoria disponibile (anche perchè continuava a piovere). qui abbiamo fatto la festa a diversi quadrupedi, avendo preso tutti la grigliata mista, specialità della casa. ieri mattina ci siamo svegliati sotto un cielo grigio e minaccioso, ma poichè aveva già piovuto abbastanza la notte, il sole ha avuto la meglio. abbiamo fatto colazione con una vasta scelta di torte fatte dalla padrona dell'hotel e poi abbiamo affrontato la visita di Orvieto. anche questa città non la ricordavo, o meglio: ricordavo vagamente che il duomo era splendido, e difatti. a differenza di Assisi, lì imperversavano americani e giapponesi. abbiamo nuovamente mangiato benissimo e molto (anzi troppo), quindi abbiamo deciso un cambiamento di programma avendo realizzato che eravamo a soli venti chilometri da Civita di Bagnoregio, altro posto visitato un secolo fa. detto fatto, ci siamo recati lì, rischiando di venire trascinati giù dal ponte dal vento fortissimo. dopo aver finito tutti i rullini, siamo tornati sui nostri passi e abbiamo ripercorso la stessa valle e la stessa strada del giorno prima, constatando che le puttane erano ancora al loro posto, e in più se n'era aggiunta una, biondona ed esuberante, che aveva le cuffie e ballava; ho deciso che era un trans, ma nessuno è voluto andare a controllare. conclusione: posti belli, tempo buono, cibo ottimo e abbondante. direi che è andata bene, no?
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