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Nel grande show della democrazia

Creato il 20 gennaio 2011 da Fabry2010

Nel grande show della democrazia

di Guido Michelone

Marco Bosonetto, Nel grande show della democrazia, Laurana Editore, Milano 2010, euro 16,50

È un romanzo di fantascienza, o meglio di fantapolitica, il sesto libro (e quinta opera narrativa) del quarantene cuneese Marco Bosonetto. Ma la fantapolitica, a parte qualche efficace trovata – in primis quella del televoto per eleggere la Presidenza del Consiglio – sa molto di vicinanza storica, nel senso che nella pur complessa trama di personaggi e avvenimenti, è facile riconoscere subito un richiamo diretto alla stretta attualità.

E il grande show della democrazia per Bosonetto si mostra in una duplice prospettiva angolare: da un lato infatti l’autore coinvolge nell’intreccio strutturato su almeno dieci personalità decisive (organizzate e dipinte secondo le regole del classico racconto corale) anche il paesaggio quale momento affabulatorio, forse addirittura protagonista assieme alle figure in carne e ossa: si tratta di luoghi noti, ovvero una natura perlopiù urbana, dagli scorci riconoscibilissimi, dove la vita collettiva è organizzata in un sistema subdolamente dittatoriale. Dall’altro lato, puntando sulle peripezie di un ex leader in disarmo, Bosonetto pare andare oltre il berlusconismo (che resta pur sempre la principale fonte ispirativa, almeno come metafora sociale dell’Italia degli ultimi vent’anni), prefigurando come la vita politica nostrana possa svolgersi in un futuro non troppo lontano.

La duplice prospettiva quindi viene ricondotta in un’unica soluzione grottesca, in cui l’autore cerca altresì interessanti soluzioni a livello di scrittura, benché sia proprio il modo in cui viene sviluppata la trama a risultare talvolta ostile alla lettura. Nel grande show della democrazia resta insomma in bilico tra romanzo d’azione e prova d’autore, tra ‘genere’ e ‘sperimentalismo’ con una prosa che spesso rimane poco fluida, rendendo il soggetto macchinoso, ingarbugliato o appesantito. Restano comunque, di fondo, alcune idee geniali sulle derive di un sistema parlamentare ridotto a pretesto televisivo, tra conseguenze identitarie nefaste per tutti gli attanti di un libro, dove gli unici momenti di autentica godibile leggerezza sono forse quelli in cui le volute iterazioni di intere frasi guardano a una sostanziosa ricerca letteraria.

La storia

Marco Dell’Elmo è il primo presidente del consiglio scelto direttamente da casa, col televoto, ma uno scandalo omosessuale gli fa perdere la poltrona e al suo posto viene eletto Valter Mandilan, un imitatore televisivo che, in quanto neo-premier, non ama essere visto come la fotocopia del suo predecessore. Mandilan ordina perciò l’uccisione di Dell’Elmo, ma a intralciarne i piani sarà un caleidoscopio di ‘attori’ imprevedibili: Candido Neve, che di mestiere si camuffa da Professor Woland e inganna i satanisti per raccogliere le loro offerte; Davide Sanna, un buttafuori che scrive racconti di fantascienza; Livio Ardenti, ex agente della Campagna per lo Sradicamento dell’Adolescenza Prolungata che ha fatto carriera nello spionaggio; la maestra Primula Se, alle prese con due genitori più immaturi dei suoi scolari; il fratello Stefano Se, dipendente del Dipartimento Pace Sociale settore Vagabondaggio e Alcolismo; la fruttivendola Giada Osmi, a cui piace travestirsi da gatto gigante; Claudio Rebori, direttore dei servizi segreti; Daiuo Mediopri, nuemro dieci della Juventus e della Nazionale.



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