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Nel nome dello Zio, di Stefano Piedimonte

Creato il 29 ottobre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 9

Nel nome dello Zio, di Stefano Piedimonte
Lo Zio è un potente boss della camorra. Regna incontrastato sui Quartieri Spagnoli di Napoli grazie alla sua innata capacità imprenditoriale, manifestatasi per la prima volta in tenera età grazie a un uso ingegnoso, produttivo e criminale delle spine delle rose. Ha ai suoi ordini cinque capitani e stuoli di pusher. Insomma, è un capo-clan come tanti.

Ma ha una passione: il Grande Fratello. Segue la trasmissione con devozione maniacale, religiosa, al punto da mandare all’aria con noncuranza meeting con ‘ndranghetisti e altri affari importanti.

Costretto a una latitanza improvvisa, lo Zio si ritrova a dover fuggire senza potersi organizzare coi suoi per comunicare. Ma i capitani sanno che il boss, cascasse il mondo, guarderà il Grande Fratello. E proprio tramite la trasmissione televisiva proveranno a fargli sapere il nome del traditore, grazie alla collaborazione di un infiltrato.

I personaggi di questo romanzo sono sì costruiti sulla base dei loro alter ego in carne e ossa, ovvero i camorristi reali, ma al contempo sono tutt’altro che appiattiti sulla riproduzione cronachistica degli stessi. Piedimonte si prende le sue libertà, facendo dialogare i suoi criminali con un linguaggio ora fittizio, cinematografico, ora realistico, dialettale. Quella de “Nel nome dello Zio” è una camorra deformata e ridicolizzata, a ben vedere. Siamo lontani da Gomorra, dai saggi / romanzi di denuncia: l’autore comprende e sfrutta il potenziale comico della realtà che lo circonda, per confezionare una storia leggera e appassionante, una commedia irriverente, più che satirica.

Lo stile è scorrevole, ironico, leggero. Piedimonte punta all’intrattenimento e al divertimento del lettore, con risultati soddisfacenti. Da tutto ciò deriva una lettura particolare, atipica. E forse anche per questo piuttosto piacevole.

Consigliato.

Aniello Troiano



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