Magazine Diario personale

Nel post berlusconismo montiano ci poniamo una domanda

Da Maricappi
Andremo mai in pensione noi pochi lavoratori fortunati che ancora lavoriamo? Senza fare del qualunquismo populista di destriana memoria guardiamo il bicchiere mezzo pieno e non cadiamo nel vortice del vittimismo.
Un paziente ci dice:
   Appena sono andato in pensione ho iniziato a star male.   Non andate mai in pensione, perché è dopo che iniziano i guai.  Guardi signore, non si preoccupi perché per noi la pensione sarà un miraggio, molto probabilmente non ci  andremo mai!
Dunque, non andare in pensione fa bene alla nostra salute, pare che ci faccia ammalare meno.
In base a questo scenario, a dir poco realista, dobbiamo però pensare seriamente ad una politica di sviluppo popolare, insomma ci dobbiamo organizzare.
L’Italia è uno dei paesi europei che ha la popolazione anziana più numerosa, dati ISTAT in mano, e per far si che l’Italia sia un paese per vecchi ognuno di noi deve trovarsi un/a badante. 
Il lavoro del futuro è  dunque il badandato. 
Un/a badante che ci accompagni, ci guidi, ci aiuti nel nostro lavoro che altrimenti da soli, sino agli x-anta (dove x è l’incognita infinita di anni in cui andremo in pensione) non riusciremmo più a fare.
Disoccupati italiani, l’impiego del domani sono dunque le cooperative non rosse di badanti. Comunitari ed extracomunitari uniti in un unico obiettivo di un reciproco mutuo-auto-aiuto.
Così facendo, si spera, avendo snellito il welfare, già snello di suo, ci diano almeno uno stipendio più dignitoso per viverci sia noi badati che i nostri badanti.

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