Nel tempo di mezzo
Titolo: Nel tempo di mezzo
Autore: Marcello Fois
Editore: Einaudi
Pagine: 264
Prezzo: € 17,00
Pubblicazione: marzo 2012
ISBN: 978-88-0620-265-1
Valutazione Libriconsigliati: da non perdere.
Ci sono storie che penetrano lentamente sottopelle e quasi non ti accorgi che sono entrate a far parte di te. È il caso di Nel Tempo di mezzo, di Marcello Fois, finalista al Premio Strega 2012. Non un romanzo travolgente, ma un libro solido e intenso che non scivola via.
Protagonista è Vincenzo Chironi il quale, nato e vissuto in Friuli, torna in Sardegna, a Nuoro, per ritrovare le sue radici e la sua famiglia e qui rimane, ossimoro eterno, nipote e straniero. La storia si dipana tra il 1943 e il 1959 ed è questo il “tempo di mezzo”, il passaggio da un’epoca a un altra, e Vincenzo ne è il traghettatore inconsapevole.
Colpisce fin dalle prime pagine la preziosità della lingua usata da Fois, in cui prosa e poesia si confondono grazie anche all’uso ricorrente delle similitudini:
“Da lì, da quella roccia in mezzo al mare, la guerra era stata come ascoltare dei vicini che litigano, che rompono i piatti, come origliare mentre un padre di famiglia allunga le mani sul figlio maggiore che non lo ascolta, come appiattire l’orecchio alla parete mentre una moglie insulta un marito infedele, o beone, o spendaccione. Così era stata questa guerra, che nemmeno chiamavano guerra. Conflitto lo chiamavano perché la Guerra, sa Gherra, era stata l’altra, la 15-18”.
Fois dipinge, e il verbo non è usato a caso, la Sardegna come una terra fuori dalla Storia, sfiorata appena dalla guerra e refrattaria alla modernità:
“Da nove mesi la Soluzione Finale è in atto eppure il vecchio avvocato locale che nella contingenza si chiama podestà non sa nemmeno come siano fatti veramente gli ebrei. Per lui la Storia significa semplicemente cambiare colore di camicia ed essere additato, solo qualche anno dopo, quando passeggerà al Corso con la sua signora al braccio, senza malevolenza anzi con una punta di affetto: fascistone”.
Scrive a proposito dell’imminente referendum che avrebbe portato a scegliere la Repubblica e ad abbandonare la Monarchia:
“La storia recente vista dai tavolini di un bar sembrava la diatriba tra una madre e una figlia: da una parte chi non voleva abbandonare le certezze del passato, perché – per quanto terribile fosse stato – c’era qualcuno che cominciava ad affermare che non era giusto considerare tutta negativa l’esperienza fascista; dall’altra chi reputava sensato tentare un’altra via, e cioè quella di cambiare ogni cosa”.
Ci sono, nel romanzo, piaghe bibliche (cavallette, zanzare) che si combattono con mezzi moderni, vere e proprie guerre a cui Vincenzo partecipa in prima persona quasi a ripagare la terra di Sardegna per averlo accolto. C’è una famiglia a cui la vita ha dato tutto e tolto tutto e che in questo nipote venuto dal Continente vede un’ultima possibilità per ribaltare il proprio destino. Ed è una famiglia, quella dei Chironi, a cui ben si addice l’aggettivo “verghiana”.
Personaggio centrale, punto di forza di questa moderna casa del nespolo non è tanto il nonno, Michele Angelo, e la sua tenerezza di vecchio piegato ma non spezzato, quanto Marianna, l’unica figlia sopravvissuta, portatrice in prima persona di una storia tragica e che si aggrappa a questo nipote che pure, alla fine, dovrà lasciar andare incontro al suo destino.
Quella zia Marianna che per anni, settimana dopo settimana, si recherà alla sua vecchia casa disabitata per fare pulizie “feroci e minuziose” e impedire così alla polvere di nascondere tutto e a lei di dimenticare. La cederà al nipote quella casa, e senza troppi ripensamenti, perché vi trovi la felicità.
La tragedia aleggia su questa famiglia ma non è una cappa opprimente, c’è sempre una strada diversa da prendere, una possibilità di ribellarsi e insieme una ineluttabilità delle cose che viene accettata con dignità. Per questo non si può parlare di una storia “sarda” – anche se la Sardegna è fortemente presente con i suoi paesaggi, i suoi colori, i suoi odori, il suo frinire di cicale, le coste frastagliate, l’aridità della terra, la sua ferocia e la sua capacità di accoglienza – quanto piuttosto di una storia universale. E in questo sta la grandezza del romanzo, nella capacità di farsi portatore di una voce che a volte si fa lamento, a volte giubilo, a volte semplicemente sospiro.
Tema portante non è l’amore, benché il rapporto tra Vincenzo e Cecilia sia centrale e dia un passo spedito alla storia che fino a quel momento procede lenta. Tema portante è la paternità: penosa e impotente di fronte al destino quella di Michele Angelo, irraggiungibile e tragica quella di Vincenzo. In entrambi i casi, però, nascono frutti inattesi, un nipote venuto da lontano, un figlio di cui non si avrà il tempo di conoscere l’esistenza ma che porterà avanti la storia, quasi a dire che c’è un senso nelle cose anche quando non lo vediamo.
Nel tempo di mezzo di Marcello Fois è un romanzo epico e intimo al tempo stesso, una elegia alla Sardegna, terra che fin dal primo sguardo mette in discussione le certezze di chi come Vincenzo arriva dal Continente convinto che “mare e montagna fossero inconciliabili. Per lui friulano quell’inconciliabilità era un postulato a cui adesso, da sardo, doveva rinunciare”.
Mariella Sciancalepore per Libri Consigliati
L’AUTORE
Marcello Fois, nato a Nuoro nel 1960, vincitore del Premio Italo Calvino 1992, vive e lavoro a Bologna. Ha pubblicato molti libri, tra cui: Falso gotico nuorese (Condaghes, 1993), Picta (Premio Calvino, 1992), Gente del libro (Marcos y Marcos, 1995-96), Il silenzio abitato delle case(Mobydick, 1996), Nulla (Il Maestrale, 1997), Sheol (Hobby &Work, 1997 e L’Arcipelago Einaudi, 2004 ), Sempre caro (Frassinelli e Il Maestrale, 1998 e Einaudi, 2009), Gap e Sangue dal cielo (Frassinelli, 1999 e Einaudi, 2010), Ferro Recente e Meglio morti (usciti negli Einaudi Tascabili nel 1999 e nel 2000, già precedentemente pubblicati da Granata Press), Dura madre (Einaudi, I coralli, 2001 ed Einaudi Tascabili, 2003 ), Piccole storie nere (L’Arcipelago Einaudi, 2002 e ET Scrittori, 2010), Memoria del vuoto(premio Super Grinzane Cavour 2007, premio Volponi 2007 e premio Alassio 2007), Stirpe (Einaudi, 2009 e 2011). Ha scritto due racconti per le antologie Crimini (Einaudi Stile libero, 2005), Crimini italiani (Einaudi Stile libero, 2008) e L’altro mondo (ET, 2011). Nel 2006 ha pubblicato la raccolta di poesie L’ultima volta che sono rinato. Per Einaudi ha recentemente pubblicato Nel tempo di mezzo (Supercoralli, 2012).