Nel traffico
What do we know? We’re just drivers
Che ne sappiamo? Guidiamo solo, noi
L’autista
Anche noi abbiamo visto il quartiere
a modo nostro riunito
le auto per colore e una maglietta
con le righe, con uno sforzo enorme
per comprendere gli avverbi
richiesto ai presenti d’essere tutti
attenti abbastanza a non mischiare
le immondizie, osservato la distesa
di pavimenti e porte
la spaventosa fiducia riposta
nel film preferito, nel giudizio
razionale, nella reazione a pelle,
la nostra intelligenza ornamentale.
Guidando attorno al blocco
su una giostra super-grande
scordando dove andiamo al non-lavoro
girandoci distratti da un pino
e da un tiglio o da un tiglio
e da un pino e gli altri vecchi
cittadini, continuatori del continuo
ed invidiati a vuoto, galleggiamo
sul cervello aggrappati alle scritte
sul muro come “sn morta”
o “tu sei il mio placebo”.
Vediamo il cantiere potenziale
ormai abraso, quasi sacro
messi in salvo da miracoli sfuggenti
le voci non previste dei passanti
che si cercano più umane: “siamo tutti
mezzi mezzi”, dalla solita canzone
che ci faccia dire ah, che ci faccia dire eh,
passare quasi candidi o schiantare
come gatti, rimasti a lingue secche
con le orbite sfondate per volere
più visione. Pensiamo come pazzi
e più generalmente ci perdiamo
senza uscire dal Comune
dal traffico o da questa
incorruttibile corruzione.
* Da: Renata Morresi, Cuore comune, Pequod 2010