Rare specie di licheni trovate dai ricercatori del Mario Negri Sud a Schiavi d’Abruzzo, Celenza sul Trigno, Fraine e Casalbordino
Stefania Caporale e Roberto Calabrese, ricercatori del Centro Studi Ambientali della Fondazione Mario Negri Sud, hanno individuato 2 nuove specie di licheni. La notizia è apparsa sull’Informatore Botanico Italiano (n. 45 del 2013), la più importante rivista scientifica del settore.
La scoperta è avvenuta nell’ambito del biomonitoraggio sulla qualità dell’aria nella provincia di Chieti condotto rilevando l’Indice di Biodiversità Lichenica (IBL), un sistema di monitoraggio che permette di valutare e monitorare la qualità dell’aria attraverso il censimento delle specie di licheni presenti in una data area.
I licheni, infatti, sono utilizzati quali indicatori ambientali per monitorare la qualità dell’aria in quanto estremamente sensibili alla presenza di inquinamenti atmosferici.
I ricercatori in totale hanno esaminato 27 stazioni, effettuato 324 rilievi e censito 79 taxa lichenici.
Per alcune specie rilevate è stato ampliato, grazie a questo studio, l’areale di distribuzione nazionale; in particolare Piccolia ochrophora è risultata nuova per la regione mentre la specie Pachyphiale carneola ha mostrato una distribuzione peculiare nella regione.
In particolare, Piccolia ochorophora, specie nuova per l’Abruzzo, è considerata da estrememamente rara a molto rara nel versante adriatico della penisola ed è inserita nella lista rossa nazionale come “Least Concern” (LC). Secondo Zedda (2002) la specie potrebbe essere scomparsa in buona parte del suo areale di sistribuzione a causa di un incremento dell’inquinamento atmosferico. In Abruzzo la prima segnalazione è stata effettuata recentemente (Caporale, Pagliani, 2010) in località F.te la Spugna di Schiavi di Abruzzo CH) e successivamente in località Fara di Celenza sul Trigno e a Rapino (CH).
Per l’altra specie, Pachyphiale carneola, si tratta di una conferma della presenza a livello regionale in quanto nota per un unico altro ritrovamento in provincia di Teramo, a Valle Castellana, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La specie è stata rinvenuta a Casalbordino (Chieti), in località Solagnalonga, su scorza di Quercus pubescens in un filare di querce sul ciglio di una strada, tra coltivi a vite e olivo, a 238 metri s.l.m. E’ stata rinvenuta anche a Bucchianico e a Fraine in località Fontanelle su corteccia di Quercus pubescens al margine di un nucleo di querce con Acer opalus, Cornus sanguinea, Spartium junceum e Crataegus monogyna. I ritrovamenti del vastese, in contesti aperti e agricoli, appaiono in contrapposizione con la descrizione dell’habitat ideale rappresentato da boschi umidi.
Si tratta, dunque, di importanti scoperte scientifiche, a conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, della grande rilevanza naturalistica del vastese interno.
Come abbiamo riportato in un precedente articolo sui licheni, nei Monti dei Frentani, al confine con il Molise, sono stati riscontrati i più alti livelli di naturalità della provincia di Chieti http://www.altovastese.it/ambient/alto-vastese-migliore-qualita-aria-della-provincia-di-chieti/
Articolo di: Ivan Serafini