In un’Italia dove contro discariche e inceneritori ci sono state tante barricate e pochissime proposte, la storia di Capannori dovrebbe essere studiata a scuola.

Capannori nel 2007 è stato il primo Comune ad iscriversi all’associazione Zero Waste, rifiuti zero.
La raccolta differenziata con raccolta porta a porta arriva oggi all’82 per cento, con punte del 90.
I rifiuti qui sono una miniera.
Puoi portare ciò che non serve più in un centro raccolta e già all’ingresso c’è una cernita.
Da una parte ciò che è davvero da buttare (e va smontato per recuperare il rame delle lavatrici, il metallo, il legno…), dall’altra tutte le cose che possono servire agli altri.
Ci sono abiti, mobili, libri, frigoriferi, giocattoli che, tramite la Caritas, vanno gratuitamente a chi ha bisogno.
Il progetto Zero Waste coinvolge già anche i privati.
C’è un negozio, Effecorta, che non usa imballaggi non riciclabili.
Olio, vino, olio vengono imbottigliati sul posto. Se vuoi il miele, ti porti il vaso.
Anche detersivi e shampoo sono sfusi.
Tanto impegno civico ma anche tanta competenza e tenacia di chi amministra.
Direi che c’è molto da imparare.






