Si sente dire a volte, nel bel mezzo di dubbi esistenziali irrisolvibili o di discussioni etiche senza via d’uscita, che la soluzione è a portata di mano: basta guardare come fanno gli animali, che sono l’essenza della naturalezza, e si comportano come ci comporteremmo noi se non fossimo intrappolati in sovrastrutture sociali e psicologiche millenarie. Immaginiamo come sarebbe la nostra vita se non fossimo abituati da sempre a rapportarci con il mondo attraverso il pensiero, e con i nostri simili attraverso la parola; se le nostre decisioni non fossero un conflitto dilaniante scatenato dalla ragione, ma semplici necessità dettate dall’istinto di conservazione; se, in definitiva, vivessimo nella consapevolezza che il corpo gioca un ruolo fondamentale nella nostra sopravvivenza, e che per suo tramite possiamo adattarci all’ambiente, addomesticare lo spazio, creare la nostra “cornice” in cui includere (o da cui escludere) persone e cose nel corso della vita.
In questo libro, che Laterza ha da poco pubblicato nella collana Contromano, Rossella Milone illustra, con riflessioni ed esempi affidati alla voce della protagonista Alice, come il raggiungimento di una piena coscienza di sé nel senso “fisico” dell’espressione possa costituire una svolta nella nostra esistenza. I muscoli dorsali e addominali si contraggono e si distendono a delimitare lo spazio, mentre la schiena è il nostro sostegno e la nostra protezione; la pancia è cassa di risonanza di tutte le nostre angosce, ed è il primo elemento con cui ci offriamo al mondo, così come le mani sono il nostro primo strumento di indagine dell’ambiente e di contatto con l’altro. La perfezione degli organismi così come la natura li ha concepiti è tale che anche molte opere dell’uomo vengono progettate seguendo le loro strutture di base (l’esempio riportato è celebre: la casa Battló disegnata da Gaudì, del quale l’autrice dice che progettava case che «respirano come i pesci»). Scoprire questo significa trovare una soluzione semplice a molti dei problemi che ci affliggono quotidianamente, perché non tutto è affidato al nostro intelletto e alla nostra emotività: molte risposte stanno nelle reazioni del nostro corpo, e non possono essere messe in discussione.
Il libro offre diversi spunti di riflessione, e in molte delle sensazioni descritte capita al lettore di riconoscersi. La scrittura piacevole e appassionata di Rossella Milone sembra voler accostare punti di vista personali a esperienze evidentemente universali. In alcuni punti, partendo dal racconto di un’esperienza sensoriale concreta ed espandendo l’argomentazione alla riflessione astratta, sembra abbandonarsi quasi ad un flusso di coscienza che tocca sfere sensoriali ed emotive diverse, tanto da indurre la necessità di ricollegarle e ricondurle ad un discorso unico.
In definitiva, il libro trasferisce sul piano letterario proprio ciò che l’autrice propone di fare nella vita: una breve, piacevole pausa dai meccanismi complessi (della letteratura), a indulgere nell’autoriflessione.
Marina Lomunno
Rossella Milone, Nella pancia, sulla schiena, tra le mani, Laterza, 98 pagg. 10 euro.