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Nella rete ogni nodo è decisivo

Creato il 29 aprile 2011 da Gadilu

Nella rete ogni nodo è decisivo

Gli organizzatori della quarta edizione del Festival delle Città Impresa hanno scelto uno slogan (“Far viaggiare le idee”) che si appoggia sull’immagine ormai consolidata di un reticolo di linee metropolitane. Un’immagine nella quale prevale l’idea della velocità e della molteplicità delle connessioni, dunque, più che il respiro lento di un territorio frazionato in municipalità distanti tra loro e ripiegate su se stesse. E visto che questa effervescente metropoli fatta di nuove infrastrutture materiali e ideali dovrebbe animare un Nordest futuribile “le cui reti di subfornitura d’eccellenza si ridislocano verso i mercati globali della Bric” (Aldo Bonomi)[1], tornano alla memoria le impressioni prodotte dai racconti del Marco Polo di Italo Calvino su uno stupefatto Kublai Kan: “Adesso, da ogni città che Marco gli descriveva, la mente del Gran Kan partiva per suo conto, e smontata la città pezzo per pezzo, la ricostruiva in un altro modo, sostituendo ingredienti, spostandoli, invertendoli”[2].

Ma quali sono le prime tappe di questo viaggio per adesso più fantasticato che reale? Scorrendo la voce “I luoghi” sul sito che presenta il programma del Festival (http://www.festivaldellecittaimpresa.it/), troviamo Schio e Padova, Isera e Rovereto, Gorizia e Udine. Troviamo ovviamente Venezia e Trento, però nessuna città del Sudtirolo. E questo nonostante il laboratorio immaginato per allacciare la rete nella quale dovrebbe materializzarsi – sospirato premio – la Capitale europea della cultura 2019 in teoria si estenda proprio fin quassù, all’ombra delle Dolomiti, dove l’interscambio tra i suoi nodi diviene in modo evidente interscambio di culture, polifonia di lingue, non solo di dialetti.

Come noto, esistono dubbi e obiezioni (alcune delle quali sensate) riguardo al progetto di coinvolgere la provincia di Bolzano in quest’avventura. Una comune identità regionale del Nordest – ha scritto Thomas Benedikter in un contributo critico pubblicato sul blog Brennerbasisdemokratie[3]– è difficile da riconoscere, non può semplicemente essere inventata con strategie di marketing e soprattutto non dovrebbe oscurare quella regione transfrontaliera già esistente dal punto di vista istituzionale che corrisponde al nome di Euroregione Tirolo-Südtirol-Trentino. Per superare questi dubbi non basta ripetere, come ha fatto recentemente Sabina Kasslatter Mur, che noi ci saremo per testimoniare la nostra condizione di “minoranza”. La “rete” è di per sé una struttura nella quale ogni nodo risulta decisivo e per così dire deve svolgere una funzione “trainante” ben al di là dello schema “centro-periferia” (e dunque anche “maggioranza-minoranza”) al quale siamo stati fin qui abituati. Altrimenti avrebbe davvero poco senso partecipare.

Corriere dell’Alto Adige, 29 aprile 2011


[1] Aldo Bonomi, Fra sviluppo e transizione, Corriere della Sera, Martedì 26 aprile 2011, pagg. 40-41

[2] Italo Calvino, Le città invisibili, Torino 1972, pag. 49

[3] http://www.brennerbasisdemokratie.eu/?p=7590



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