Magazine Maternità

Nella stanza accanto.

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Oggi anche il cielo ha pianto, e un vento freddo ha accarezzato il saluto a una persona stupenda che da mercoledì non c'è più. Almeno fisicamente.
Era la Nonna della mia Sorella scelta, la persona che l'ha cresciuta e che l'ha resa la donna meravigliosa che è oggi.
Lei le ha dedicato delle parole bellissime, le migliori che potesse scrivere per ricordarla.
Al termine della funzione, è stata letta una poesia che già conoscevo e che vorrei condividere.
La morte non è niente.
Sono solo scivolato nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato,
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Che cos'è la morte, se non un accidente trascurabile ?
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente,
solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.


Arrivederci, cara O.

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