L’accordo è stato siglato nella mattinata di oggi dai leaders dei maggiori partiti: Maoist Chairman Pushpa Kamal Dahal, NC President Sushil Koirala and CPN-UML Chairman and Prime Minister Khanal.
Fra i punti nascosti, forse, l’impegno dei maoisti a consegnare le chiavi dei containers dell’UNMIN dove sono conservate le armi del loro Esercito Popolare così il nuovo governo piazzerà in qualche apparato statale i 6000 ex-combattenti e un dei leader maoisti diventerà capo del Governo.
Il Primo Ministro Jhalanath Khanal (dellUML, i comunisti moderati) darà le dimissioni per cercare di costituire un governo d’unità nazionale. Ormai era bollito, depresso, impotente e anche fisicamente stava assomigliando al Craxi pre-esilio. Non è riuscito neanche a riempire il suo governo di ministri schiacciato dalle beghe interne ai partiti, nella coalizioni e con l’opposizione.
Da giorni tutti protestano intorno al Birendra International Convention Center sullo stradone di New Baneshvor dove sono riuniti i legislatori. Un palazzone per le fiere costruito una ventina d’anni dalla South Asian Association for Regional Cooperation (SAARC), rimasto praticamente inutilizzato per anni è diventato il centro del potere nepalese e delle proteste generali. Lì hanno giocato a non far niente per due anni.
Eppure i tre maggiori partiti controllano quasi il 90% (Maoisti 229, Nepali Congress 115, CPN-UML-comunisti moderati, 108) dei costituenti e ciò avrebbe dovuto favorire una rapida stesura della carta costituzionale e del sistema di leggi collegato necessario a far funzionare il paese.
Oggi i monarchici del Rastriya Prajatantra Party insieme a qualche partitello Hindu hanno protestato, lo scioperato Nepal Federation of Indigenous Nationalities (Nefin) nato con i soldi dei donatori internazionali ha deciso di fare il 50° partito chiamato Nepali Citizens Party (NCP), qualcuno chiedeva al Presidente la proclamazione dello stato d’emergenza, i negozi si stavano svuotando. La città era presidiata dalla polizia come durante gli anni peggiori della conflitto civile.
Un sospiro di sollievo per tutti. Anche per i costituenti ce l’hanno fatta un altra volta, eletti nel 2008, prorogati per due anni l’anno scorso hanno guadagnato ancora tre mesi. La costituzione non esiste, i parlamentari hanno lavorato niente ma hanno speso qualche milione di euro ( si parla di oltre 4 MIO) per mantenersi. Una somma, pari a quanto ha stanziato il governo per riparare e costruire 1.700 ponti nel 2011. Ci risentiamo fra 3 mesi per vedere cosa hanno combinato