Il teatro di Barbara Nativi
Elena Scalia. In Italia la drammaturgia femminile contemporanea è un campo di ricerca ancora inesplorato; l’intento che ci proponiamo è quello di portare alla luce e dare spazio a quel fertile sottobosco di drammaturghe e autrici di testi teatrali che si fanno veicolo di una innovativa “grammatica della comunicazione”. Accanto a questo riteniamo importante “riconfigurare” e dare senso al lavoro di personalità artistiche che hanno sondato l’orizzonte italiano creando connessioni e contaminazioni internazionali tra le voci del teatro contemporaneo. Barbara Nativi, artista fiorentina scomparsa nel 2005, è stata una delle pioniere di un nuovo “sentire teatrale”; fonda nel 1982 il centro di ricerca e sperimentazione teatrale Laboratorio Nove che attualmente opera sia nella produzione di spettacoli che nella dialettica teatrale e formazione professionale. Il suo debutto come regista viene sancito nel 1987 con l’opera da Woyzeck messa in scena poco prima di fondare l’Associazione culturale della Limonaia dove contribuisce alla nascita di una scuola d’attori tra «le più vivaci del nostro paese» (http://www.ubulibri.it/pagine/archivio_recensioni_fq.htm Franco Quadri). In questo contesto la Nativi ha dato vita all’Intercity Festival, uno spazio per le nuove voci del teatro contemporaneo che, nato nel 1988, prende il nome dai treni che in Italia collegavano grandi città. La manifestazione altrettanto efficacemente intende mettere in comunicazione ogni anno Firenze e Sesto Fiorentino con una metropoli del mondo cercando di promuovere l’incontro tra il pubblico italiano e una realtà teatrale “altra”, diversa. Partendo nei primi tre anni rispettivamente da New York, Mosca e Stoccolma, il programma del festival che dura tre settimane, comprende oltre all’ospitalità di varie compagnie straniere, due o tre produzioni, dirette da registi stranieri e italiani, su testi di drammaturgia contemporanea del paese prescelto tradotte in italiano. Dal 1992 in poi Intercity affianca alle produzioni una serie di mises en espace, a cui si aggiunge nel 1993 la pubblicazione delle opere tradotte, sia in coedizione con importanti case editrici nazionali (Ubu
Libri, ADN-Kronos, Gremese, Editoria & Spettacolo) sia attraverso una pubblicazione autonoma, Intercity Plays, distribuita gratuitamente su tutto il territorio nazionale a teatri, autori, registi e compagnie. Inoltre tutti i testi raccolti dal festival sono consultabili presso la biblioteca del teatro della Limonaia suddivisa per paesi e costantemente aggiornata [1]. Il festival (dal 2005 sotto la direzione di Dimitri Milopulos) veniva preceduto da accurate ispezioni e da studi guidati dalla «generosa inventiva» della Nativi (http://www.ubulibri.it/pagine/archivio_recensioni_fq.htm Franco Quadri) destinata a incentivare gli scambi ed il ritorno delle compagnie straniere. Molto importante fu l’edizione di Intercity dedicata a Montreal che ha portato in Italia autori e registi del Quebèc come Michael Tremblay con l’opera Le cognate diretta dalla Nativi. Si deve a questo festival la scoperta di grandi autori contemporanei come Rodrigo Garcìa, Martin Crimp, Sarah Kane, Mark Ravenhill, Claire Dowie, e il giovane talento italiano Fausto Paravidino. Dal 1997 il festival si arricchisce con il progetto Intercity Connections ; una collaborazione tra il teatro della Limonaia e di Sestoidee con il National Theatre di Londra che ogni anno commissiona ad autori di prestigio testi per ragazzi under 18 con lo scopo di incentivare l’interesse dei più giovani per il teatro, la drammaturgia e la scrittura. Ne sono nati testi «freschi, divertenti, intelligenti » presentati in Inghilterra da oltre 150 gruppi di adolescenti tradotti e messi in scena dalla Limonaia e dal Laboratorio Nove. La Nativi è stata attrice, regista, traduttrice ma anche autrice: nel 2006 la Ubulibri ha pubblicato un volume illustrato con dieci testi drammatici scritti tra il 1988 ed il 2003. Nella prefazione Franco Quadri riferendosi all’autrice scrive: «La sua adesione al teatro era così totalizzante da non permettere di isolare una funzione principale in questo suo darsi» non si tratta dunque di un teatro politico «ma di un teatro di emozioni condivise». Il primo testo è ispirato al personaggio di Girolamo Gigli, scrittore senese del Settecento in polemica coi fiorentini e discusso per i contenuti scabrosi delle sue opere. Segue nel 1991 il testo Io e un altro, ad Arthur Rimbaud e nel 1993 Nervi e cuore, un viaggio con Artaud in cui i personaggi sono dèi fatti a immagine degli uomini, allegorie di vizi e passioni. Seguono poi il testo dal titolo Dracula allestito nel 1995 ad Asti teatro, il monologo Non solo per me e due testi in forma di “lettera” Lettera del soldato e Lettera di bambola in versi da ballata popolare o filastrocca. Il testo Resistere del 1995 è dedicato alla resistenza sestese mentre Ritratti di fine secolo del 1999 ripercorre 100 anni di storia sestese. Infine il Prologo delle domande del 2003 e l’abbozzo incompiuto di Stakanov allù del 2004 concludono l’opera. L’eclettismo della Nativi, evidenziando un interesse predominante verso una scrittura teatrale fortemente attuale, contemporanea, violenta e trasgressiva, ha catalizzato le forze, le idee e le persone attorno al testo poetico e letterario dando vita ad una personale e autentica modalità di “ agire il teatro” di fruirlo, di scriverlo e di condividerlo. Intercity Festival rilancia il sogno di un’alternativa radicale all’allarme dell’incomunicabilità e si pone come grande esempio italiano di ricerca riaffermando la vitalità e la forza della Parola.[1]. Per approfondire la conoscenza di Intercity Festival si rimanda al sito http://www.teatrodellalimonaia.it/