Noel tirò i dadi per l’ennesima volta.
“Sembra che tu sia destinato a perdere” – gli disse Candice, mentre si sistemava la ciocca dei capelli da una parte.
Noel sorrise. “Penso che la gente sopravvaluti la fortuna nella propria vita.”
Candice scosse la testa “Al contrario, la gente sottovaluta la fortuna e troppo spesso fa affidamento sulle proprie capacità, sul talento.”
“Tocca a te tirare.”
Candice afferrò i dadi e tirò. “Ho fatto dodici” – disse sorridendogli.
Noel si alzò dal tavolo. Nella stanza entrava una luce chiara, la luce del primo mattino.
“Sono stanco di questo gioco. Finisce sempre in un modo.”
“In quale modo?” – gli replicò lei aggrottando la fronte, mentre iniziava a smaltarsi le unghie.
“O vinco io e perdi tu, o perdo io e vinci tu. Non si può vincere entrambi.”
“Ma è il gioco, è così che vanno le cose.” – disse lei, mentre si specchiava.
“E chi l’ha detto? Le hai scritte tu le regole? Solo perché il gioco te l’hanno spiegato così, non significa che non ci sia un modo per poter vincere entrambi.”
“Avanti, dimmelo.”
“Ci si alza dal tavolo di gioco e si va via insieme.”
“Che significa?”
“Questo.” – Noel prese le sue cose e uscì dalla stanza.
Candice non lo seguì e Noel continuò per la sua strada, per un po’.
Poi si sentì chiamare.
“Ho vinto a tavolino, vero Noel? Hai abbandonato il gioco, quindi ho vinto io, giusto?”
“Se ti piace pensarla così, pensala così.” – le rispose Noel senza voltarsi, facendo spallucce.
Candice lo raggiunse.
Improvvisamente il paesaggio intorno a loro cominciò a cambiare, le case scomparvero, al loro posto una distesa di fiori multicolori. Candice si guardò intorno stupita.
“Cosa sta succedendo?”
“Hai deciso di infangere le regole…Non era poi così difficile!” – le disse Noel.
Si baciarono.
“Tutto questo tempo buttato via…Se l’avessimo deciso prima”
“Non è buttato via, ora siamo qui. Vedi…non ti ho incontrata per caso, né per fortuna. Ero in cerca di te.“
Come se io dovessi mostrar di me quello che ancora non sono stato mai – Negramaro