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Tutti si sentono vittime della più "iniqua delle manovre finanziarie", come la definisce il giornalista Luca Telese sul suo blog del Fatto Quotidiano.
Si entono vittime gli 84mila dirigenti pubblici con un reddito superiore ai 200mila euro l'anno, tra i quali sembra che qualcuno abbia invocato il boicottaggio delle aziende del premier come pressione anti manovra, e a questo punto sarebbe bello che il ministro Roberto Calderoli minacciasse per loro quel raddoppio del contributo, come fece verso il, presunto, diniego dei calciatori a versare quanto previsto dalla manovra.
Ma pare che tutti, in questa Italia delle Arti e delle Corporazioni abbiano un santo in Paradiso che riesce a proteggerli dalle cattiverie dello Stato esattore: un San Sparagnino che piano piano, emendamento dopo emendamento, in parlamento riesce a cancellare qualsiasi balzello a loro dedicato, mantenendo natralmente invariati i famosi "saldi" della manovra nell'unico modo conosciuto alle nostre latitudini, spalmando la spesa su tutti, prendendo qualche euro lì e qualcun altro là, senza fare distinzioni di censo, razza e Religione.
Bhè, magari la Religione la differenza la fa, essendo una polemica vecchia quella dell'esenzione dall'Ici degli immobili ecclesiastici impiegati non a scopo di culto, ma come vere e proprie aziende nel campo aberghiero e commerciale.
Ma non c'è in realtà solo la Chiesa a ricevere un trattamento di favore in campo fiscale. Basti pensare alle agevolazioni di cui godono le Coop, oppure a quelle dei sindacati, che pure sono pronti allo sciopero generale contro la manovra "più iniqua" di sempre.
In somma, "pagare tutti per pagare meno tutti , purché in quei tutti non facciano parte gli associati alle Arti e alle Corporazioni degli eletti, che definire "Caste" significherebbe soltanto dargli una dignità storica e spirituale che esse non meritano, essendo invece una espressione di una classe mercantile, pronta a qualsiasi sotterfugioe e bassezza pur di non perdere i propri privilegi e i benefici acquisiti quasi mai per meriti propri, ma in conseguenza di favori e servizi anche poco commendevoli. basterebbe solo questo a far pensare che certe scelte iniziali non fossero poi così inique, ma chi ha il potere di influenzare l'opinione pubblica non la pensa in questo modo, ed essendo loro quelli colpiti si può pure immaginare perché.
Finirà che a pagare saranno davvero soltanto i calciatori, che in fondo sono una casta di inferiori, ragazzi divenuti milionari solo perchè abili nel gioco della palla e per di più in giovane età, potendo così sfruttare al meglio la ricchezza e al fame acquisita, frequentando locali di lusso e accompagnandosi con le più belle fanciulle. Che ci sia anche una sorta di invidia per questi ragazzi?
Il resto lo pagheranno i milioni di cittadini comuni, quelli che lavorano dalla sera alla mattina, per guadagnarsi quel poco o quel tanto per vivere.
Perchè ci sono sicuramente persone che col loro lavoro riescono a guadagnare bene, come Enrico, il proprietario del baretto sul viale principale della cittadina sulla costa laziale.
Un gioiellino di locale che produce ogni giorno ogni tipo di caffè espresso, caffè macchiati, marocchini, cappuccini, caffèlatte,creme di caffè, caffè shakerati e ogni altra sorta di prodotti di caffetteria e poi aperitivi, cocktails, gelati, tramezzini e panini.
Una piccolissima azienda che vede alacremente al lavoro, in vari turni almeno otto persone per 20 ore al giorno e che pure non riuscirà a produrre un reddito complessivo dello stipendio di uno degli 84mila dirigenti di cui sopra (che se uno ci pensa un po' su potrebbe pure incazzarsi un po').
A questo punto c'è veramente da domandarsi se non sia ormai maturo il tempo di un vero sciopero fiscale, quello spesso minacciato da Umberto Bossi e che oggi, guarda un po' il destino, sarebbe indetto proprio contro un governo della Lega, oggi vero partito chiave nella protezione dei privilegi.
Forse quando anche gli 84 mila, con insieme tutti gli altri, a cominciare dai politici, i giornalisti, i magistrati, i consulenti, i portaborse e i faccendieri di ogni ordine e tipo, si accorgeranno che lo stipendio mensile non è poi così garantito come essi pensano, potrebbero scendere a più miti pretese.
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