Neve e Pan di zenzero

Da Pamirilla

 


Con la macchina attraverso un inverno di rami secchi e cielo grigio. Mi lasco dietro un groviglio di nodi, una matassa così ingarbugliata che non so più trovare un capo ed una coda. E allora sogno di andar via e andar via non è mai così difficile quanto restare.
Scappare, anzi, è abbastanza facile e dopo poco tempo sono già altrove, sono dove vorrei essere e dove vorrei restare per sempre. Ma qualcosa succede.
Cominciano a cadere, prima piccolissimi e poi più coraggiosi, bianchissimi fiocchi di neve. Scendono lievi come nelle canzoni di Natale, imperturbabili e continui. E non smettono più.
Al bar ci prendiamo un caffè ed un sorso di tepore e ce lo dicono :“Qui non nevica MAI!”.
Come l’altra volta, il mio primo inverno qui, quando ci avevano detto le stesse cose e invece ci siamo svegliati sopra un mondo scomparso nel latte e nel silenzio.
Le scarpe non sono quelle più adatte ma ora che il tappeto di neve si è fatto così spesso e morbido la voglia di camminarci sopra è irresistibile. Per strada c’è chi si guarda intorno sorpreso ed incredulo e chi è uscito a vedere che succede. “Qui non nevica mai, mai!” mi dicono tutti.
Come l’ultima volta che venni in inverno: fioccava fine e continuo e dopo la nevicata di pochi mesi prima mi chiedevo se la parola “Mai” da queste parti non si significasse forse “Non spesso” ed ora comincio a pensare anche altri significati……sapete com’è: paesi e lingue…….a me qui nevica SEMPRE !
E non smette….dopo molte ore e parecchio sconcerto ci sono persone costrette ad abbandonare le macchine dove capita e ad ognuno tocca la sua avventura. Tutto quel che segue lo diranno i telegiornali.
Quanto a me ho un tetto sulla testa ed un posto caldo, da mangiare e vestiti invernali…scarpe così, così ma…..insomma……..nel complesso ci siamo e posso abbandonarmi alla contemplazione di un paesaggio cancellato e ridisegnato in linee morbide e paffute.

 
Sabato mattina splende il sole ed i paese brilla. E’ bellissimo ma è anche un mondo finito a gambe all’aria. Amici e incontri non ce ne saranno perché ognuno è rimasto bloccato da qualche parte, lontano da qui. Al telefono seguo racconti di neve e di un venerdì 17.
Sotto i piedi la neve scricchiola, sotto la neve è rimasto sepolto anche il mio cuore fragile. Evaporo nel profumo di legna bruciata ed inverno, sciolgo i pensieri a vagar con le nubi basse che arrivano e corrono via in una serie continua di apparizione e scomparse. Il ghiaccio copre il fiume che canta, canta comunque ma la musica è sospesa, la musica di cui avevo bisogno per riprendere il cammino e farlo meno pesante.

“Domenica delle pale” ognuno è al lavoro, persino le campane sembrano voler essere discrete in questa domenica metà fango e metà omini di neve panciuti con il naso di carota. Chi non spala fa foto al paesaggio inconsueto e quando il sole va via di nuovo vado via anche io. Dimenticando il mio cuore da qualche parte, sotto un cumulo di neve non ancora sciolto.

Ha nevicato ancora, ancora una volta su di me, qui. Stavolta persino di più e mi chiedo perché ogni volta che vengo in questo posto nevica e mi perdo il cuore. E perché questa volta persino di più.

Ora sono di nuovo nel mio groviglio, senza il mio cuore abbandonato altrove e con i piedi veramente freddi.
E presto è Natale.

  

  
 
Pan di zenzero

Dose per circa 20/25 biscotti

140g di burro
115g. di zucchero
80g di miele d’acacia
1 uovo
280g di farina
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
3 cucchiaini di zenzero
3 cucchiaini di cannella
1 cucchiaino scarso di chiodi di garofano
1 cucchiaino scarso di noce moscata

Per la glassa

Un albume
100g di zucchero a velo
½ cucchiaino di succo di limone

Lavorate il burro a crema con lo zucchero e quando è spumoso aggiungete l’uovo. Poi unite e poco a poco la farina setacciata con le spezie ed i lieviti ed infine il miele.
Fate rassodare l’impasto per qualche ora in frigorifero quindi stendetelo e ritagliatelo. Compattate la pasta rimasta senza impastarla di nuovo. L’impasto diventa velocemente troppo morbido da trattare quindi rimettetelo in frigorifero ogni volta che dovete renderlo più sodo e non manipolatelo più del necessario.
Raffreddate ancora i biscotti prima di infornarli a 180° per circa 15 minuti.
Quando i biscotti sono freddi si possono glassare. Battete a neve le chiare ed aggiungete lo zucchero a velo in più volte. Il succo di limone renderà brillante la glassa. Se la preferite satinata non mettetelo.


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