Certo fa uno strano effetto tornare, dopo più di vent’anni, in questi luoghi. Confrontare i ricordi e le aspettative di allora con le consapevolezze e
Ho ancora la foto scattata all’epoca, dal rooftop di una delle due torri, che ha come soggetto la sommità della gemella.
Ora al loro posto due voragini, a mo’ di fontane, due baratri lungo i quali l’acqua scorre, precipitando in un “buco” centrale che amplifica la paura per l’oscurità e per l’ignoto, mentre lungo i bordi si rincorrono i nomi delle vittime.
Entro nel
Scatole di fazzoletti ovunque, a disposizione di quanti non reggessero all’emozione.
Dal soffitto pendono fili con una lunghissima teoria di gru di carta: questa è la parte che più mi ha segnato.
Tantissime gru di carta realizzate con la tecnica dell’origami, dono del Giappone, realizzate dai bimbi delle scuole.
Il dono delle gru non è casuale, ed è altamente simbolico: negli anni’50, Sadako Sasaki, all’età di 11 anni fu colpita da
America vittima e carnefice. Le vittime dell’attentato alle torri gemelle furono 2996, qualcuno è mai riuscito a contare quelle del Giappone a seguito dei bombardamenti atomici?
Nel breve video le pareti del Memorial coperte dalle foto delle tante vittime innocenti. Vittime di un “gioco” molto più grande di noi.