Simona Capria, conosciuta da tutti come la Tata Simona, ci racconta il suo mentore un pò particolare, infatti è un luogo, Nezahualcoyotl, Messico. Un luogo che le ha insegnato tanto e le ha radicato la voglia di lavorare per i bambini. Fino al 30 settembre è possibile donare due euro inviando un sms al numero 45507 o cinque euro dal telefono fisso a sostegno di “Cambia la vita di un bambino” iniziativa di Mentoring Usa Italia Onlus
Il pomeriggio insieme a dei volontari aiutavo al banco alimentare, arrivavano dei camion dal mercato pieni di pattumiera con frutta e verdure scartate, e noi cercavamo quella che si poteva definire commestibile e la davamo alle famiglie che non avevano da mangiare, la cosa che più mi sconvolgeva era che spesso con uno sguardo misto di vergogna e fame la gente mi chiedeva se era rimasto un po’ di cibo ammuffito, a loro volevano anche quello…
Durante questa esperienza ho conosciuto Erminia, aveva circa 40 anni ed era ormai allettata completamente perché affetta da artrite reumatoide deformante, andavo da lei tre volte a settimana, viveva in un “buco” di cemento che noi non considereremmo nemmeno come box, ma per lei era tutto, ero molto affezionata a Erminia e volevo che accettasse di ricoverarsi in un ospedale a Città del Messico, ma lei non prese nemmeno in considerazione la cosa perché aveva paura che le avrebbero “rubato” la casa! Così decise di vivere le sue giornate su un materasso sporco con la speranza che ogni tanto qualcuno si ricordasse di lei e le portasse del cibo, aveva dei dolori allucinanti a causa della malattia e quando la mettevo seduta su una sedia per strada e la lavavo con l’acqua del pozzo lei trovava sollievo solo se questa era gelata.
L’ho resa felice quando le ho regalato un materasso nuovo, la carta moschicida e una tenda per la “porta”, io invece mi sentivo impotente perché avevo la consapevolezza che lei era solo una delle tante persone sole al mondo.
In quei due mesi ho visto la povertà, la delinquenza, la solitudine e ho portato con me sguardi sorrisi e molte esperienze di persone vere, non sono riuscita a fare molto in soli due mesi, ma ho promesso a me stessa che avrei lavorato con le persone, le più indifese, le più fragili, che non sanno come far valere i loro diritti perché non sanno nemmeno di avere dei diritti…..e la risposta è stata lavorare con i bambini e per i bambini, tutelando i loro diritti, indipendentemente dalla loro situazione sociale economica e familiare sarebbe stato il mio futuro.