commento di Valeria VentrellaSummary:
Nick Cave – Dazed and confused
Nick Cave e uno che ama definirsi “un impiegato della musica”, un po’ per vezzo, un po’ per condividere con il suo pubblico la ferrea autodisciplina che si è imposto, dopo i tanti baratri schivati per miracolo nel suo passato “dazed and confused” di outsider, dai retroscena moralmente opinabili. Rischiando di finire nel pantheon delle “vite bruciate” del rock. Lunga chioma nera, viso emaciato, sguardo tetro e profondo: Nick Cave ha anche le caratteristiche fisiche del poeta maledetto. E il suo vasto repertorio non è da meno: disperazione, orrore e morte si inseguono in canzoni malate, ossessive, ma sempre pervase da un’ansia di redenzione.
E’ destino degli autori controcorrente come Cave essere fraintesi. Ma l’ambiguità, tra bene e male, vita e morte, follia e lucidità, ha sempre segnato l’opera del “bardo di Melbourne”. Un autentico stacanovista del rock. Suona, canta, scrive, compone, recita, immagina, agisce, architetta versi e trame, diventa attore. Non si ferma mai. Musica, letteratura, cinema: ogni arte ha il potere di sedurlo e di risucchiarlo tra le sue forme, i suoi tempi, i suoi stilemi. Un artista senza definizione. Un eccentrico spirito che ha calcolato i giorni trascorsi sulla Terra e ha deciso di raccontarli, facendo confluire davanti alla macchina da presa dei registi Iain Forsyth e Jane Pollard un estratto della sua versatilità. Quasi a voler imprimere su pellicola le sue arti vibranti ed ineffabili. “20,000 Days on Earth” è la rappresentazione romanzata di 24 ore nella vita di Nick Cave. I due registi sono partiti da un’annotazione scribacchiata da Cave nel suo diario, in cui scopriva di aver raggiunto i 20.000 giorni di vita, ottenendo totale libertà di riprendere la vita privata e pubblica del loro attore. Gli hanno piazzato le telecamere nelle stanze di casa, a Brighton, nell’auto, nello studio londinese dove il musicista si reca quotidianamente. Perché: “il fuoco sacro dell’ispirazione non scende dal cielo. L’ispirazione è un bisogno che va alimentato“, dice l’artista, protagonista nei panni di se stesso. “E perciò io vado in ufficio tutte le mattine, per cercarla. Ci vado tra le 8 e le 9, ogni giorno, e lì non trovo alcuna distrazione: solo una tastiera e una scrivania“. Elementi che evidentemente corrispondono al suo nutrimento quotidiano del suo processo creativo. Solo così, i Bad Seeds si trasformano in oggetti meravigliosi. Le idee, ancora da formare, in stato larvale, diventano poesia. Spesso in auto, il luogo privilegiato in cui i pensieri di Cave si materializzano nella forma e attraversano le persone che hanno avuto un ruolo nella sua storia. A differenza di quanto accadrebbe in un documentario tradizionale, questo film intreccia finzione e realtà fondendoli con un viaggio poetico e intenso in una “giornata immaginata” della vita di Cave, per tracciare un ritratto intimo e profondamente sincero del suo processo artistico. Per quasi due ore, immaginiamo di trovarci per 24 ore nella vita dell’iconoclasta rockstar Nick Cave. Una pellicola ibrida che rilegge, bilanciando i momenti ordinari con quelli straordinari, le sfumature di Nick Cave. Quelle che non abbiamo ancora colto o esplorato. Sfogliando tutti i particolari, incrociando le nostre impressioni con la sua realtà interiore, con il suo stile, libero da schemi precostituiti. Esaminando profondamente ciò che ci trasforma in quel che siamo, celebrando il potere di trasformazione dello spirito creativo. Nel passaggio da visione a materia. Esplorando gli abissi della mente, ai confini con (e spesso oltre) la follia. La pellicola unisce narrazione a prospettive, scrittura a vita vissuta, musica a profonde sedute di autocoscienza, in cui viene a galla tutto il genio di Nick Cave, la sua conturbante personalità, il suo rapporto esclusivo e intenso con la parola. Accolto con entusiasmo dalla critica al Berlinale e al Sundance Festival è già considerato un’ode lirica e inventiva alla creatività nonché un vero e proprio spartiacque del genere. In occasione dell’uscita nei cinema italiani del film il 2 e 3 dicembre – che nel cast vede la presenza dei Bad Seeds e di una splendida Kylie Minogue – arriverà nei negozi anche un vinile in edizione limitata con l’inedito Give us a Kiss, suonato in alcune date del Push The Sky Away tour, ed una versione di Jubilee Street registrata alla Sidney Opera House. Da qualcuno è stato definito la voce dell’apocalisse. Per il suo potere di terrorizzare e illuminare, sconcertare e commuovere.
di Valeria Ventrella per Oggialcinema.net