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Niente da festeggiare

Creato il 03 maggio 2011 da Alesan
Niente da festeggiareNon ho ancora percepito la ventata di proteste e di sdegno contro l'uccisione di Osama Bin Laden avvenuta in uno scontro a fuoco inscenato per il blitz che una forza straniera ha effettuato all'interno di uno stato sovrano. Ciò che dovrebbe renderci una civiltà evoluta sarebbe (anche) il rispetto delle regole che noi stessi abbiamo deciso di darci e l'idea di non fare ad altri ciò che noi non vorremmo subire. Si alzano i primi malumori per le informazioni estorte attraverso la tortura, per l'idea di non aver processato il leader di Al Qaeda ormai condannato, in realtà, da tutti noi, cittadini feriti dell'occidente democratico. Da noi, da noi nostri media, da tutti coloro che, complottisti o meno, rivedevano in Bin Laden la parte più deprecabile e spaventosa dell'integralismo di matrice islamica. Beppe Grillo, con la solita faciloneria demagogica, sostiene che con un processo il mondo avrebbe capito di più sull'11 settembre. In realtà un processo poteva esserci solo a patto che Bin Laden venisse catturato e non rispondesse al fuoco ma, comunque, avrebbe ricevuto una condanna a morte. E il mondo non avrebbe saputo molto di più di quanto non sappia oggi.
Non è molto interessante, oggi, sapere o ricordare che la CIA armò, finanziò e addestrò Bin Laden, è una tecnica usata da tanti, da troppi, nascosta anche nei silenzi sulle dittature in Nordafrica, le nostre care amicizie interessate a sfondo energetico ed industriale. Non siamo un mondo perfetto, anzi, quindi inutile perdersi nella retorica del prima e del dopo proprio adesso, inutile accusare Barak Obama di sfruttare la cosa a scopo di propaganda, è quello che succede anche da noi, con gli arresti ai boss della mafia, è quello che succede in ogni posto quando un governo cerca di guadagnare punti. Il punto è la gestione delle relazioni internazionali armate degli Usa ed il fatto che nel mondo, negli Stati Uniti ed in qualche altro posto, si festeggi la morte, si sia giudicato a priori su tutto e tutti, si sia atteso il momento in cui il boia avrebbe staccato la testa dal collo del condannato per poi chiuderlo in pieno imbarazzo su una portaerei e mollato in mare a far da cibo per pescecani. Questo non è propriamente civile, non è propriamente nel rispetto di alti valori ed ideali e, anche se lo rietenete necessario, contro Bin Laden e altri come lui, come fatto per decenni da Israele, un'applicazione della giustizia sparsa per il mondo secondo le proprie regole e grazie ai propri servizi segreti, anche se lo ritenete giusto, necessario, unica scelta, non è così che si propaganda la civiltà. E, cosa ancor più certa, il mondo oggi non è un posto più sicuro.
Il terrorismo vive e vivrà sempre, finché avrà condizioni di disperazione su cui prosperare e paesi che abusano di tale condizione di schiavitù da poter condannare. Sarà una volta islamico, un'altra comunista, un'altra ebreo, cristiano, democratico, occidentale o orientale. E' la follia che non finirà mai, nemmeno se si uccide un simbolo che poi, in quanto tale, semplicemente non muore e vive per sempre nell'immaginario di qualche pazzo in giro per il pianeta. Il mondo non è un posto più sicuro perché il terrorismo fa molta paura ma meno morti di tante altre disgrazie che non vengono evitate in nome del denaro e del potere. Non è un posto più sicuro, perché si festeggia la morte ma non si prende coscienza della storia e delle nostre responsabilità così come durante la più grande crisi economica del secolo, nessuno ha preso coscienza di cosa siano davvero la globalizzazione, un capitalismo sfrenato e senza regole, la borsa, l'alta finanza, i paradisi fiscali, l'idea del consumo. E tutte queste cose, che ci crediate o no, portano anche al terrorismo. Per cui, in definitiva, nessuno piangerà Bin Laden, ma non c'è neanche troppo per cui valga la pena festeggiare.

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