Niente da perdere
Creato il 24 maggio 2011 da Jitsumu
Sono più di 200. Hanno assediato il municipio di Castellammare di Stabia e tenuto bloccati all’interno dell’edificio il sindaco, il vice sindaco, i capigruppo ed alcuni consiglieri comunali. Hanno danneggiato i locali; ci sono vetri e mobili rotti dovunque, ed anche banchi della sala consilare divelti. Non hanno avuto per tutta la notte alcuna intenzione di permettere ai rappresentanti del comune di uscire. Sono i lavoratori della Fincantieri che, tornati da Roma dopo aver appreso della decisione di chiudere lo stabilimento stabiese, si sono uniti agli altri lavoratori che li aspettavano in città ed insieme, esasperati, stanno dando sfogo a tutta la loro rabbia. Hanno annunciato per oggi una giornata di proteste durissime e continueranno con l’occupazione del municipio. 2.551 esuberi con chiusura dei cantieri di Castellammare di Stabia, Sestri Ponente e il ridimensionamento di Riva Trigoso. È questo il piano industriale. Questa decisione per Castellammare di Stabia significa disoccupazione per 640 lavoratori della Fincantieri e per altri 1200 addetti delle aziende dell'indotto. Famiglie ridotte improvvisamente sul lastrico. Ma ormai decisioni come questa da parte degli ad di grandi gruppi industriali sono all’ordine del giorno. Piani che tagliano il lavoro e che, da un momento all’altro, fanno precipitare nel baratro la vita di migliaia di persone. Tutto in nome di una logica economica che persegue ciecamente obiettivi di profitto e che tralascia di considerare uno dei beni più preziosi per chi vive e organizza l’esistenza nella socialità. La coesione sociale. Il pericolo che proteste violente come quella di Castellammare si verifichino sempre più spesso e si diffondano sempre più capillarmente è concreto, perché chi perde improvvisamente tutto diventa solo uno che non ha niente da perdere. Servono politiche del lavoro serie e una ripartenza della spesa sociale. Serve che i governi facciano i governi e non i camerieri dei poteri economici.
"I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità" Ayrton Senna
By Jitsu Mu
L'articolo è liberamente riproducibile a condizione che venga citata la fonte attraverso un link all’articolo
Potrebbero interessarti anche :