L’Associazione Vittime della caccia apre una nuova cartella dati per la stagione venatoria 2013-2014
Tutto normale, le campagne dei cacciatori sulla sicurezza non servono a molto se già il primo giorno di preapertura si registra un ferito grave, cacciatore.
La dinamica dell’inciden
te di Guidonia (di cui si occupano i Carabinieri di Tivoli) è poco chiara: domenica 1 settembre un 58enne è stato ferito da un collega in mimetica che, a quanto riporta l’agenzia Adnkronos, avrebbe sparato ad un cinghiale con un fucile caricato a munizione spezzata (pallini di piombo). La munizione che ha ferito all’occhio, al viso e al torace il cacciatore 58enne non è consentita per la abbattere i cinghiali, come non è consentito sparare ai cinghiali in queste praperture disposte dalla Regione Lazio (il calendario venatorio Lazio ne dispone la caccia da ottobre a gennaio per un massimo di 40 giornate a cacciatore): merli, cornacchie grige, gazze, ghiandaie e tortore i primi “legalmente” condannati a morte. Infatti il presidente della Regione Lazio il 28 agosto, soli tre giorni prima, con Decreto P.R.L (T00244) modificava il calendario venatorio del 3 luglio (T00163)in modo che non ci fossero i tempi da parte delle Associazioni ambientaliste per ricorrere al Tar ed impugnare l’atto con cui si deroga.
Scandaloso, anche se non è una novità questo sistemino poco democratico e trasparente con cui gli amministratori pubblici gestiscono gli affari di casa nostra. A tal proposito Daniela Casprini, presidente dell’Associazione Vittime della caccia dichiara: “…Perchè a casa nostra questa gente armata viene e spara ma sempre più rari sono i controlli effettuati sui cacciatori da parte della vigilanza venatoria preposta che non abbia un palese conflitto d’interessi, come invece le guardie volontarie delle associazioni venatorie evidentemente hanno. Ai controlli stradali bastano la Polizia Municipale e i Carabinieri, mentre la Polizia Provinciale durante la stagione venatoria dovrebbe vigilare prevenendo e reprimendo i reati di caccia a garanzia della sicurezza pubblica e privata.
E allora succede come a Guidonia e succederà ancora fino al 31 gennaio 2014 che la gente si sparerà addosso, come nella precedente stagione venatoria 2012-2013, con 118 vittime sparate dai cacciatori durante le battute di caccia (ambito venatorio), di cui 3 morti e 16 feriti tra chi con la caccia non c’entra e non ci vuole entrare, bambini compresi (2 i bambini morti fucilati e 1 ferito). Considerando poi nello stesso arco di tempo (1 settembre/31 gennaio) anche cosa combinano fuori dalle battute venatorie i cacciatori (ambito extravenatorio) con le loro armi, ai precedenti numeri si aggiungevano vergognosamente altre 33 vittime, di cui 24 tra la gente comune (8 i morti e 16 i feriti, tra questi 6 i bambini colpiti: 3 morti e 3 feriti) per il ludribio sanguinoso di una minoranza armata, tracotante, sempre più vegliarda e incontrollata ma implicitamente autorizzata dalle Pubbliche Amministrazioni a spararci addosso. Niente di nuovo sotto il sole settembrino. Riinizia la tragica conta delle vittime”, conclude la Casprini.
Ufficio stampa Associazione Vittime della caccia < [email protected]>
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ASSOCIAZIONE VITTIME DELLA CACCIA