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Nietzsche giudice esecutivo della cristianità: L'anticristo

Creato il 23 maggio 2014 da Lucia Savoia

Nietzsche giudice esecutivo della cristianità: L'anticristo

Il tema affrontato questa settimana, può apparire scomodo ad alcuni lettori. Non voglio assolutamente stravolgere la vostra sensibilità dissacrando la religione, perché le colpe che alcuni filosofi hanno attribuito ad essa sono da ricercare in una profonda riflessione.

Il punto chiave di tutte le riflessioni si ritrova in un'unica parola, "compassione", questa è la colpa più grande, secondo alcuni filosofi anti - cristiani, del cristianesimo.

Per avere maggiore chiarezza invito alla lettura di ciò che seguirà, sperando di non urtare il lettore credente, ma presentando il seguente, solo come una piccola analisi, del libro di Friederich Nietzsche "L'anticristo".

" Io chiamo il cristianesimo unica grande maledizione, unica grande intima perversione, unico grande istinto di vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, occulto sotterraneo, piccino - io lo chiamo unico imperituro marchio d'abominio dell'umanità". [...] "Viziosa è ogni specie di contro-natura. La più viziosa specie d'uomo è il prete: egli insegna la contro-natura. Contro il prete non si hanno motivi, si ha la prigione". [...] "Dio, non come divino, ma come miserabile, assurdo, dannoso, non solo come errore, ma come crimine contro la vita".

Grazie alle citazioni soprascritte cade subito all'occhio l'attacco di Nietzsche; il cristianesimo, Dio e il prete. Usa parole durissime per contestare quella che è stata e quella che è diventata questa religione.

Nietzsche giudice esecutivo della cristianità: L'anticristo
Con tono sarcastico e sprezzante, Nietzsche è pienamente in disaccordo con la fondazione del cristianesimo, egli scava nei secoli riportando avvenimenti di quella che sembra quasi un'antropologia del culto e di Dio.

Il prete è la reincarnazione dei concetti e dei "peccati" commessi nella storia in nome dell'Onnipotente. Guardando ai secoli anteriori è impossibile non contestare episodi neri della storia di questa confessione religiosa e dei suoi ministri, che si proclamavano giudici dello spirito santo. Basta pensare all' inquisizione, alle censure; in ambiente filosofico a Giordano Bruno e Tommaso Campanella colpiti da triste sorte in nome di Dio.

Cercando di partire per gradi, Nietzsche attacca innanzitutto il cristianesimo.Le colpe che vengono attribuite alla religione sono da trovare nel fatto che questa sia diventata un'istituzione che ha trascinato l'uomo in un nichilismo, rendendolo indifeso e compassionevole, debole di virtù e infiacchito da falsi concetti. Per rendere più comprensibile il suo pensiero, il filosofo parte, implicitamente dalla massima cristiana " siamo nati per soffrire" paragonandola al buddhismo.

Egli condanna questa massima, perché l'uomo, adagiandosi su queste parole, pare non trovare ne avere la voglia di combattere i mali che lo affliggono, rendendolo quindi "incapace".

Prende allora in analisi il buddhismo, religione che considera superiore a quella cristiana, perché costruita su complessi concetti filosofici, parte dalla massima " io soffro".Ragionando in questo modo apre quella che è una teoria dell'azione: l'uomo buddhista sapendo di soffrire, senza chiudersi in vincoli come la preghiera, cerca di estirpare i suoi mali meditando e allontanando l' importanza delle condizioni che lo circondano.

In parole povere Nietzsche accetta il buddhismo perché questa, ai suoi occhi, è una religione egoista, e per il filosofo l'uomo deve essere così, egoista e pieno di se, usando le sue parole : " All'umanità uno deve essere superiore per forza, per altezza d'animo".

L'attacco mosso a Dio, invece, è da ricercare nello sviluppo antropologico;il filosofo apre il suo discorso quasi idolatrando il Dio ebraico (Javeh), perché despota, vendicativo, guerriero, ammonendo successivamente quello diffuso ( dico diffuso perché Dio in questo contesto è una creazione dell'uomo e come fosse un pensiero, ha conosciuto sviluppi e diffusione nel mondo) in Europa, perché misericordioso. Dio ha la colpevolezza di "essersi rammollito" rendendo gl'uomini a sua volta tali.

Per concludere Nietzsche muove la sua guerra contro i preti, colpevoli di essersi proclamati come ministri di Dio, ma soprattutto per aver creato la proibizione intesa con il nome di " peccato" (più volte il filosofo menziona il fatto che il prete sia contro natura).

L'altra mossa che il tedesco ritiene intollerabile, sta nella " assoluzione dei peccati" non condividendola a priori, perché per lui il prete non può assolutamente essere colui che sceglie ciò che è giusto o ingiusto, e inoltre, non spetterebbe a lui la salvezza della nostra anima. " Il prete vive dei peccati, egli ha bisogno che si pecchi... Dio perdona a colui che fa penitenza, a colui che si sottomette al prete".

Gli attacchi mossi alla religione partono seguendo quella che è la linea diretta della sua filosofia, ovvero, il superuomo e la volontà di potenza. L'uomo non può inseguire questi concetti se mosso dalla misericordia.

Nietzsche giudice esecutivo della cristianità: L'anticristo

Nietzsche vuole abolire la morale dalla mente umana, la considera,infatti,come la conservazione di ciò che è stato condannato dalla storia perché "malata".

Per tenere l'uomo a freno, quella che lui considera convezione, ha conosciuto un potere in pianta stabile, che convenzionalmente ha creato leggi naturali inesistenti come il dover - essere. La più grande tra tutte queste è,sicuramente, la morale cristiana, portatrice dell irrealtà.

Egli vuole aprire altre avanguardie all'uomo. Colpendo duramente l'astrazione, vuole portarci alla realtà, che non è fatta di ideali, moralità e dover - essere. Per Nietzsche la formula dell'uomo, della felicità si ritrova in una sola linea diretta, categorica, che non appartiene alle leggi morali, ma ad un "si" o un "no", a una meta da raggiungere ad ogni costo.


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