Magazine Diario personale

Nine in, nine out

Creato il 24 giugno 2014 da Romina @CodicediHodgkin

Eccomi qui, dopo una lunga assenza. Va da sé che il motivo principale della mia latitanza è Claudia ma non perché mi ritrovo a non aver più tempo. Il tempo lo avrei pure. E’che sono in fase contemplativa, come dicevo tempo fa.

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(Claudia quaranta giorni fa, quando si  tenuta in piedi per la prima volta)

La streghetta oggi compie nove mesi. Nove mesi dentro e nove mesi fuori. Un anno e mezzo da quando è partita l’avventura. Che dire, fare la mamma è una figata. La ragazza cresce in fretta e, come tutti i bambini della sua età, fa progressi quotidiani. Vediamo un po’cosa vi posso raccontare. Ha due denti, che ci sono costati dieci giorni di passione l’uno. Mangia volentieri praticamente qualsiasi cosa: il suo passato di verdura preferito è quello di bieta e lattuga, possibilmente con la pastina, tanta pastina – i capellini la fanno impazzire di gioia – e la robiola. Ora siamo partiti con cibi alternativi alle minestre e, nemmeno a dirlo, ha colto con entusiasmo la la novità: pesce, prosciutto cotto, orzo e farro, verdure al vapore, pastasciutta con le verdure, che ve lo dico a fare. Entusiasmo totale.

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(Claudia durante il suo pisolino pomeridiano sotto il nostro melo di fiducia)

Ancora non gattona ma ci sta seriamente lavorando. Diciamo che per qualche tempo ha preferito lavorare sull’autostima. Per incoraggiarla quando vedevo che le mancava quel soffio di coraggio per scollare il sederotto da terra e mettersi carponi le battevo le mani e le dicevo brava. Risultato? Da seduta allungava le mani per terra, dondolava il bagagliaio come un gatto che sta per saltare addosso alla lucertola e poi…e poi si rimetteva seduta, si batteva le mani e iniziava a urlare “Buabba!” (=brava!). Da allora si dice brava e si applaude qualsiasi cosa faccia o non faccia. Specialmente se non fa niente.  Mi fa morire dal ridere. A volte dice brava e applaude anche me. Devo cercare di capire a che età sviluppano il senso di presa per i fondelli verso i genitori. Comunque, dicevo, sta seriamente lavorando sul gattonamento, per ora è in grado di fare km alternando movenze da foca a strusciate sul pannolino, il tutto con uno o due passi da gatto ma ce la possiamo fare. Decisamente più facile, per lei, camminare mentre le si tengono le mani, sicuramente va più spedita. Comunque, non gattonerà ma sfrutta una serie di abilità non da poco: si stropiccia gli occhi e si toglie il ciuccio. Con i piedi.

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(Claudia prepara i coriandoli perché il carnevale quando arriva, arriva)

Può vantare un vocabolario di ben 5 parole: papà, mamma, dà, brava e basta. La prima è stata papà e l’ha pronunciata un paio di giorni prima di compiere sette mesi. Mamma è arrivata un mese dopo, lo stesso giorno del primo dentino. Maschio Alfa la stava cambiando e, come sempre, stava impiegando fin troppo tempo cercando di capire il dritto e il rovescio del pigiama e lei si è spazientita chiamandomi in suo soccorso. Ero in cucina quando è arrivato quel “mamma”. Mi sono avvampate le guance e mi son detta “no, non è possibile…”. Poi di nuovo “mam-mammaaaaa”. E a quel punto mi son cominciate a fischiare le orecchie ed ho capito che per trent’anni non avevo vissuto per altro se non per quello. E poi Alfa mi ha riportata alla realtà “Ohi, ma le vuoi rispondere?!” e sono corsa in cameretta. D’altra parte, il mio intervento quando la veste il padre è necessario. Insomma, basti guardare come le ha fatto indossare le calzette col risvolto (fig.1) e come sono tornate a posto dopo il mio intervento (fig.2)

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(fig.1)

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(fig.2)

E per il resto, è una bambina tranquilla e buffa. Ride a tutti, attacca bottone con tutti e afferra le mani di chiunque gliele allunghi. E’nota nel circondario come “la bambina del bar” perché quando la mattina mi fermo a fare colazione prima di andare al parco lei intrattiene pubbliche relazioni. E la cosa ha i suoi vantaggi: pur di farsi una chiacchiera con la streghetta, le clienti mi portano la colazione al tavolo. Mi fa molto piacere quando mi dicono “come sorride, si vede che è una bambina serena”. Direi che è più di quanto abbia avuto io.

Ora inizia anche a dare manifestazioni di carattere. Poca roba, ovvio, è piccola. Però, vedendola con gli altri bambini al parco, mi rendo conto delle differenze tra loro. Si dice che i bambini al di sotto dei tre anni non socializzino. Sicuramente è vero. Però comunque interagiscono. E’interessante vederli relazionarsi. Li mettiamo seduti in cerchio e al centro mettiamo dei giocattoli. Vengono fuori i caratteri. Ci sono bambini che avendo più capacità motorie riescono ad accaparrarsi i giocattoli e prendono quelli che vogliono, ci sono quelli che stanno fermi e osservano. Quelli che strappano di mano i giochi. E’interessante. Noi mamme li mettiamo in cerchio e in mezzo mettiamo dei giochi che ormai sono di tutti. E mentre i nostri figli brucano l’erba, assaggiano pupazzi panati nella sabbiera, si scambiano ciucci e lavorano ad un nuovo format televisivo dal titolo “mille modi per contrarre il colera prima dei 12 mesi”, noi chiacchieriamo e li osserviamo. E’importante quella mia piccola cerchia di “colleghe”. Il fatto di essere molto normali ci consente di parlare delle piccole difficoltà e di venirne fuori assieme. E’stato così confortante quando, dopo la prima settimana di tormento e digiuno per il dente che non spuntava, ho parlato con loro e ho scoperto che tutti i bambini stavano mettendo i denti e che avevano tutte i capelli dritti come e quanto me!

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(Claudia mentre bruca l’erba al parco)

E poi c’è una bella cerchia di mamme, al parco. Non sono Mamme-Disney o Mamme-Marines. Sono, be’, mamme normali. Non citano in continuazione questo o quell’articolo pseudo-scientifico a sostegno della pueri-moda del momento. Sbagliamo alla grande senza bisogno di tutorial su youtube. Visto che tanto ho davanti a me 70 anni di errori con mia figlia, almeno li faccio come mi vengono. Ad esempio, sto lavorando sulla mia eccessiva inflessibilità. La pediatra mi ha cazziato dandomi della despota, e conoscendo il soggetto è tutto dire. In pratica, volevo toglierle il ciuccio negli unici dieci minuti al giorno in cui lo prende: 5 minuti prima del pisolino il pomeriggio e 5 prima di dormire la sera, così, per conciliarsi il sonno. Avevo deciso che erano troppi, che non sia mai detto che mia figlia abbia un vizio e bla bla bla. Tutti mi hanno detto che ero esagerata, che piccola com’è lo può tenere ancora un po’, che prendendolo così poco non è un vizio, ecc…Così ne ho parlato con la pediatra che, molto spontaneamente, mi ha risposto: “Signora, ‘sta ragazzina non le ha mai fatto storie per dormire, non le ha mai fatto storie per mangiare, ride sempre, ma almeno un attimo di ciuccio per conciliarsi il sonno glielo vuole lasciare?!”.  E vabbè. Sto lavorando su questo aspetto del mio carattere.

In definitiva, direi che va tutto bene e che questi nove mesi sono sono passati in un lampo e sono stati ogni giorno una scoperta, un’emozione, un momento di commozione e una risata…siamo sereni. Tutti e tre.


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