Se un giorno fossi costretto a scegliere 3 film ninja da portare con me su un’isola deserta (magari!) le mie scelte cadrebbero senza dubbi su American ninja, Ninja il guerriero e, su tutti, Ninja la furia umana. Quest’ultimo – secondo di una serie di 3 film scollegati tra loro nella trama che comprendono L’invincibile Ninja con Franco Nero e Ninja III: The domination – è in assoluto il miglior film ninja mai prodotto, tenendo conto che presenta tutto ciò che un amante del genere desidera vedere: sangue, duelli a ritmi adrenalinici, coltelleria e armi di ogni tipo, belle gnocche, azione allo stato puro, cattivi letali e senza scrupoli e personaggi pulp che si affrontano in duelli mozzafiato.
Il film è girato da un maestro del cinema di genere, il regista polacco-americano di origine ebraiche Sam Firstenberg, già autore dei primi due film della serie American ninja e del ciclo Delta Force e interpretato dal grande Sho kosugi, campione internazionale che, oltre ad aver imparato tutti i tipi di arti marziali conosciuti e recitato in famosi action movie come Furia cieca, Aquila nera, e di recente Ninja assassin, conosceva realmente l’arte del ninjutsu, grazie agli studi e agli allenamenti fatti con il maestro Yamamoto.
Dopo il massacro della sua famiglia avvenuto in Giappone per opera di alcuni ninja da cui si salva solo il figlioletto e l’anziana madre Cho, grazie all’amico Arthur, si trasferisce negli Stati Uniti per associarsi in affari con lui e iniziare a commerciare delle bellissime bambole orientali. Purtroppo il nostro eroe scoprirà presto che queste sono solo una copertura per gestire un traffico internazionale di droga. Trama a parte il film è davvero un’iniezione di adrenalina dall’inizio alla fine, zeppo di combattimenti, sangue a fiumi (manco fosse un horror gore) e intermezzi trash che sembrano usciti direttamente da un videogioco anni ’80, stile “Ninja Kun” o “Ye are kung-fu”. L’aspetto pulp e action Hollywood-style pervade tutta l’opera, tanto da poter essere considerato tout-court il perfetto punto d’incontro tra cinema d’arti marziali occidentale ed orientale.
Grandiose le scene in cui il terribile ninja cattivo (che indossa una maschera argentata a forma di teschio, sotto quella classica da ninja) compie i suoi omicidi: su tutte quella in cui uccide un suo rivale lanciandogli una shuriken – più note come “stellette ninja” – al volto facendolo così cadere dentro una fontana, che si tingerà teatralmente di color rosso sangue. Davvero fumettistica la scena in cui l’anziana nonna combatte contro il ninja cattivo sfoderando colpi d’arti marziali degne del Bruce Lee del periodo cinese.
Se siete alla ricerca di un film incentrato sugli spietati killer nipponici e che soddisfi la vostra sete tarantinesca di pop-pulp qui c’è, dal primo all’ultimo minuto, tutto quello che fa per voi. Purchè ne accettiate i plateali eccessi.