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Nipoti ansiosi

Da Virginia Less

infanziaHo “ribloggato” di recente un articolo di questo sito* cui do spesso un’occhiata. Trovo infatti che tratti in modo semplice e chiaro questioni, quali i comportamenti infantili, che di sicuro interessano noi nonne.  Questa volta copio  la foto  della bimba  angosciata e riporto alcune  considerazioni sugli impegni dei nostri nipoti. Molte infatti  si prendono cura di loro   durante parte il pomeriggio.  Li accompagnano per esempio in palestra o piscina ed  è  pratica consueta assicurararsi che facciano i compiti, fornendo al bisogno affettuosa assistenza.

Non pochi piccoli, lo sappiamo  e l’articolo conferma, affrontano l’impegno scolastico (ma anche sportivo e ludico) con scarsa serenità, preoccupati e quindi in ansia, per il giudizio delle maestre e/o dei compagni, timorosi di riuscire male, insicuri delle proprie capacità. Avviene spesso a bambini dotati, che non hanno alcun problema di apprendimento. Come mai?

L’autore dell’articolo, cornalesarpato, spiega che si tratta di ansia da prestazione. Che nascequando bambini e ragazzi sono oggetto di aspettative esagerate, anche da parte dei genitori”. Infatti …”E’ legittimo ed auspicabile che un genitore sproni il figlio ad imparare e migliorarsi, ma è fondamentale non caricarlo di troppe attese” . Lo dice  Edvige Veneselli, neuropsichiatra infantile presso il Gaslini di Genova.

Esiste , prosegue l’articolo,  un’ansia da prestazione positiva e una da prestazione negativa. Nel primo caso, la sana ambizione, che spinge il bambino a impegnarsi per un bel voto a scuola o per vincere una gara,  è incoraggiata dai genitori che desiderano il meglio per i  figli. ” l’importante è non esagerare e non viverlo – e farlo vivere – come fonte di stress”

Nel secondo prevale il timore dell’insuccesso. Può essere indotto dal genitore, che tende a proiettare ” le proprie aspettative o vedere nel successo/insuccesso dei figli un successo/insuccesso propri”; ma anche dipendere dal bambino stesso, desideroso di primeggiare e frustrato dalla prospettiva, anche occasionale  “di scendere dal piedistallo di primo della classe o di campioncino nello sport”

Naturalmente l’ansia da prestazione e crea disagio al piccolo che ne soffre. I genitori in primo luogo e pure noi, per quanto ci compete, siamo impegnati a dargli aiuto per   superarla  o almeno tenerla sotto controllo. L’articolo elenca sette utili precetti, di cui riporto qui i titoli, invitandovi al  completare la lettura dal *link: http://separazionedivorziodallapartedeibambini.wordpress.com/2013/09/30/bambini-con-ansia-da-prestazione-7-cons

1 – Dare un valore all’impegno richiesto.

2 Porsi obiettivi realistici.

3 – Lasciamogli scegliere quel che più gli piace.  Si riferisce alle attività extra scolastiche

4 – W il gioco libero e la solidarietà!  Consiglia di evitare le tante/troppe attività senza pause  di riflessione. “Occorre perciò organizzare anche spazi liberi, di relax, di gioco libero, di momenti trascorsi a casa. Senza dimenticare lo spazio per la solidarietà, per gli altri.

5 – Insegnare al bambino ad accettare anche un insuccesso

6 – Dare il buon esempio. Ho assistito più volte a scene invereconde e riporto il consiglio quasi per intero “Alla gara sportiva è giusto che il genitore tifi per il figlio, ma non bisogna lasciarsi coinvolgere in eccessi: talvolta si vedono adulti che urlano (…) all’indirizzo della squadra avversaria o dell’arbitro. È un comportamento scorretto ed un cattivo esempio anche per il figlio, al quale invece bisogna insegnare il rispetto per l’avversario, per le regole(…)

7 – Quando sbaglia, sbaglia. Non difendere ad oltranza il figlio (…)

Come ben sappiamo, responsabili dell’educazione sono sempre i genitori. Noi nonne, informate da loro o comunque in grado di  riconoscere le condizioni di ansia del nipotino, adotteremo in ogni caso i comportamenti adatti.


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