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Nizza capitale dell'Africa

Creato il 31 maggio 2010 da Dragor
  

Acropolis1   Chi volesse avventurarsi in questi giorni nel quartiere di Acropolis, l’immenso palazzo dei congressi nizzardo, si troverebbe affrontato da militari in assetto di guerra che gli chiedono il “pass” mentre i tiratori scelti appostati sui tetti lo inquadrano nel mirino telescopico, pronti a spedirgli una pallottola nel cranio al minimo gesto sospetto. E questo non succede soltanto agli estranei, ma anche agli abitanti del quartiere che per rientrare a casina vengono ogni volta trattati come terroristi potenziali. Che cosa sta succedendo? Semplicissimo: ad Acropolis comincia oggi il sommet Africa-Francia. E’ il 25°  della serie ma il primo  per Sarko che deve farsi perdonare l’infelice frase che gli è scappata al sommet del 2007 a Dakar: ”l’uomo africano non è entrato abbastanza nella storia”, che qualche africano ipersensibile ha interpretato come “l’uomo africano è l’anello di congiunzione fra l’essere umano e la scimmia”.

  

   Al sommet intervengono ben 52 paesi africani ma soltanto 36  capi di Stato, perché i 16 mancanti  hanno noie con la legge come Omar Al-Bachir, il dittatore del Sudan, ricercato dal Tribunale Penale Internazionale per crimini contro l’umanità o Robert Mugabe, il dittatore dello Zimbabwe, che ha il divieto di mettere piede nella CEE, oppure sono occupati con le loro faccende interne e hanno preferito farsi rappresentare. Per marcare la differenza, in questa edizione Sarko non s’intratterrà soltanto con i presidenti della Françafrique, valea dire delle ex colonie con i quali la Francia ama intrallazzare,  ma anche  con due pezzi grossi come Jacob Zuma, presidente dell’Africa del Sud, e Goodluck Jonathan, presidente della Nigeria e grande esportatore di petrolio.

  

   C’è anche una novità assoluta: per la prima volta sono invitati 250 imprenditori africani, per fare in modo che il sommet non si risolva in un niente di fatto come le altre volte ma dia un impulso effettivo agli scambi commerciali. Le organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo denunciano il fatto che a Nizza non si parlerà delle vere specialità africane che sono la dittatura, la corruzione e il colpo di Stato. E nemmeno della giustizia internazionale che dovrebbe punire questi eccessi.  E l’associazione Survie fa notare che “la relazione Francia-Africa non deve limitarsi alla difesa d’interessi economici ma contribuire alla promozione della democrazia.”

 

   Quando si dice l’illusione! Quanti capi di Stato africani credete che verrebbero a passare una vacanza sulla Côte d’Azur se sapessero che i bianchi  vogliono bacchettargli le dita?

  

     Dragor

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