Sono stato costretto a cancellare il mio precedente post su Teodoreto di Cirro perché mi ero concesso troppo poco tempo alla riflessione. Non che vi fosse qualcosa di sbagliato, anzi, specie i calcoli erano precisi tanto che mi hanno suggerito l’argomento per un nuovo post dove dimostrerò che, di profezia in profezia, si possono cavalcare 800 anni di storia ebraica. Tuttavia il materiale, come ho detto, meritava una più attenta riflessione, cosa che ho fatta.
Partiamo subito dall’oggetto del post cancellato. Esso verteva su quanto si legge alla nota 23 della pagina 231 di Teodoreto di Cirro, Commento a Daniele, Ed. Città Nuova. Qui si legge che Alcuni Padri fanno partire la profezia delle Settanta settimane dal II° o VI° di Dario, che l’esegesi sostiene essere Dario I (522a.C.-486a.C.). Se dovessimo seguire tale datazione ci troveremmo di fronte la completa incongruenza dei calcoli, come del resto sostiene Teodoreto, il quale sempre alla pagina 231, seppur presentando un calcolo a ritroso che parte dal battesimo di Gesù, afferma che non è possibile , sommando i 490 anni della profezia, raggiungere né Ciro, né Dario I°. Ed anche partendo da qualsiasi anno di Dario I° è ovvio che cadiamo in date completamente insignificanti, se teniamo conto che la profezia ci dice che:
Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all'empietà,
mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,
portare una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei
santi. ((Dn 9,24)
Ma allora perché si sono attribuiti ai Padri conti completamente sballati? Forse che lo erano davvero? No, non lo erano, ma essi intendevano Dario II° (e come poteva essere altrimenti, come potevano i Padri ignorare l’editto di Artaserse che blocca i lavori, a cui segue la nota cronologica di Esd 6,15 la quale ci dice che i lavori al tempio terminano nel VI° di Dario II°?). Vediamo allora come è possibile dimostrare ciò. Innanzi tutto torniamo per un attimo al mio precedente post Seder Olam Rabbah e i 480 anni tra I° e II° tempio in cui dimostro che il secondo tempio fu finito di costruire nel 418°.C. A questa data dobbiamo aggiungere i 490 anni della profezia e rintracciare una data significativa per la storia d’Israele, quanto più in linea con il tenore della profezia stessa. Bene, contiamo: [(490-418)-1=71. Come vedete ,il calcolo, tolto l’anno zero che non esiste, ci porta dritti alla distruzione di Gerusalemme da parte di Tito e vaticinata da Daniele nella profezia in questione (cfr. Dn 9,26).
A mio parere questo dimostra che i Padri conoscevano questo calcolo, a meno che non si voglia dire che hanno tramandato ai posteri una cronologia ridicola, cosa che non è. E’ facile poi aggiungere che essi datavano la ricostruzione del II° tempio nel 418°.C. e non nel 515/6°.C. come ho sempre sostenuto. Quest’ultima datazione è completamente artificiosa e la Bibbia non la conosce. Rimando per un eventuale approfondimento al mio post già linkato, in cui dimostro la linearità e precisione cronologica delle vicende legate al II° tempio.
Passiamo adesso ad un altro aspetto cronologico molto interessante presente nel libro di Teodoreto. L’autore considera per il calcolo delle Settanta settimane (490 anni) l’anno di battesimo di Gesù e procede quindi a ritroso per individuare l’anno d’inizio della profezia, certo però che si tratti del XX° di Artaserse. Anche in questo caso gli esegeti e gli storici hanno completamente stravolto la logica iniziale del calcolo attribuendogli una cronologia forzosa che non porta a niente, anzi, porta a dei veri e propri assurdi quali il battesimo di Gesù nel 37°.C., cioè quattro anni dopo la Sua morte e resurrezione, se si data, come fanno, l’anno della crocefissione nel 33°.C. Infatti se collochiamo il XX° di Artaserse nel 445°.C. è giocoforza cadere nel 37°.C ( ([483-445)-1]=37 ), se sommiamo i 483 anni delle prime 69 settimane che Teodoreto alla pag. 233 dice di tenere presente. Anche qui, vi pare possibile che un autore versato allo studio biblico sin da giovane abbia potuto tramandare ai posteri una tale assurdità? No, non è possibile, Teodoreto aveva in mente un conto completamente diverso e certamente preciso. Ecco quale.
Come forse alcuni di voi sapranno io ho sempre sostenuto che l’anno della crocefissione sia il 35a.C.(cfr. Il libro di Ester dà notizia della prima diaspora? Gli anni terreni di Gesù. Un'ipotesi anagrafica (15 a.c.-35 d.C.) ma anche La profezia delle Settanta settimane e Marco 13,30. Ipotesi per un nuovo approccio cronologico al compiersi delle prime 69 settimane di anni. ) . Ora sottraiamo i tre anni di ministero e otteniamo l’anno di battesimo di Gesù secondo la mia ricostruzione cronologica. Esso è il 32a.C., data a cui si tolgono i 483 anni di cui scrive Teodoreto e otteniamo il XX° di Artaserse a cui il calcolo del nostro autore ci vincola. Chiaro che se datiamo secondo l’esegesi e gli storici non l’otteniamo, perché [(483-32)-1]=450, mentre essi sostengono, in barba alla lettera di Temistocle ad Artaserse datata nel 471a.C., che il XX° di questo re è il 465a.C. Tuttavia io in Ipotesi per la datazione del I° anno di regno di Artaserse I Longimano (471a.C.) e in tutti gli altri post che coinvolgono Artaserse, credo di aver dimostrato che il suo I° anno fu il 471a.C., per cui il suo XX° fu il 451a.C. Vedo da solo che il mio conto indica il 450°.C. ma io ho sempre considerata l’approssimazione +/- 1 anno uguale a zero, certo che si tratti di un ottima approssimazione.
Capite da soli l’importanza che tutto ciò ha. E’ evidente infatti che, a meno che non si voglia sostenere che Teodoreto si sia presentato sul palcoscenico della Storia con le orecchie da asino, fornendo conti completamente inconcludenti e sbagliati, egli conosceva la mia cronologia, la quale colloca nel 35°.C. la crocefissione; nel 32°.C. il battesimo e nel 451°.C. il XX° di Artaserse, con tutto quel che ne consegue. L’intera mia cronologia non è più qualcosa di astratto, ma trova il conforto di autori importantissimi dei primissimi anni del cristianesimo. Poi non so cosa sia successo, ma lo ripeto: c’è di mezzo un omicidio eccellente e qualcuno avrebbe potuto avere tutto l’interesse a occultare le prove e sviare i sospetti