No, niente Nannimoretti stasera.
Niente uscita: ho disdiciuto.
Me la sto tirando?
Sì, me la sto tirando.
Oggi ho avuto la brillante idea di infilarmi in una farmacia che non era la mia abituale e che quindi era affollata.
No, in verità, inizialmente, non era affollata. Si è affollata poi.
C’erano ‘ste du’ vecchie avanti a me che occupavano le uniche due casse disponibili e avranno speso cinquant’euri a testa in medicine, mettendo a dura prova la pazienza dei farma-cisti.
Beh, la mia l’hanno messa a dura prova di sicuro.
Insieme a me è entrato pure un ragazzone che sarà stato alto du’ metri, accompagnato dalla gentile fidanzatyna.
Solo che però la gentile consorte è rimasta fuori, facendo versi da treenne vergognosa,
mentre il su’ ganzo le faceva gesti da dentro il negozio.
A quel punto (ma anche prima) ho capito cosa cercavano.
Il ragazzone s’è infilato di soppiatto fra gli scaffali e si è avvicinato con circospezione alla sezione che lo interessava, e che io avevo già individuato da un po’, analizzando tutti la gamma di articoli offerta.
Guardandosi un po’ intorno, e lanciando occhiate furtive alla donzella fuori dalla porta, il tizio allungava la mano verso una scatoletta che, francamente, al suo posto, non sarebbe stata la mia scelta.
Ma, si sa: il maschio mediuo vuole accontentare la partenèrre ma vuole anche, e soprattutto, pensare a se stesso, scegliendo dunque degli involucri che dicono di offrire una maggior sensibilità al maschio.
E che, secondo me, si rompono anche.
Uhauhauha. Glielo auguro.
Durante la lunghissima e snervante attesa, mentre le due cariatidi avanti a me facevano le pulci a ogni singolo farmaco che richiedevano, ho pensato bene di mettere a proprio agio il giovinotto arrapato, lanciando alternativamente occhiate cariche di significato a lui e al suo reparto preferito, come assistendo a una partita di tennis.
Una volta compiuta la missione (ovvero afferrare la scatoletta di involucri in lattice), la fortunata compagna del suddetto si è sentita sollevata e libera di entrare nella farmacia senza vergogna, gravitando intorno al reparto sècsi ma fingendo di interessarsi ad altri generi di prodotti che si trovavano nei paraggi.
I due piccioncini sono usciti dopo di me, per cui mi sono persa la scena del pagamento.
Però li ho potuti vedere uscire trionfanti e ringalluzziti dall’esercizio commerciale, e, senza pensarci tanto, ho deciso di immortalarli.