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Noah: 5 curiosità sull’arca di Noè secondo Darren Aronofsky

Creato il 10 aprile 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Salvare il mondo. Costruire un’arca per salvare tutte le specie animali dal diluvio universale. È una vera impresa titanica. E Noè, il protagonista di Noah, interpretato da Russell Crowe, è solo l’ultimo dei guerrieri senza requie di Darren Aronofsky alle prese con una sfida più grande di loro. Noah riporta al cinema i kolossal biblici, quelli alla Cecil B. De Mille che oggi non si producono più. Ma lo fa in un film carico di luci e ombre, com’è nello stile di Aronofsky. Accanto a Russell Crowe ci sono Anthony Hopkins (Matusalemme), Jennifer Connelly, Emma Watson e Ray Winstone, nei panni di Tubal-cain, la nemesi di Noè. Noah sarà nelle nostre sale dal 10 aprile 2014.

1. Tempi biblici: passateci la battuta, ma ci è voluto davvero tanto per arrivare a girare Noah. Darren Aronofsky aveva in mente un film su Noè già da molti anni. Per riuscire a farsi finanziare il film, dopo quattordici anni di tentativi, qualche anno fa ha lavorato con un fumettista canadese, Niko Henrinchon, a una graphic novel, uscita in francese. Solo dopo la diffusione del libro è riuscito ad accordarsi con la Paramount e la New Regency e a far produrre il film.

Gallery Noah

2. Darren Aronofsky ha trasformato il racconto della Bibbia, ambientato nella notte dei tempi, in una storia senza tempo che potrebbe essere avvenire migliaia di anni fa come migliaia di anni nel futuro, in un Medioevo prossimo venturo come quelli di Interceptor, Waterworld o Cloud Atlas. È la prima storia apocalittica del mondo. E avviene in un’era di cui si sa pochissimo, e ci sono pochissime descrizioni. Così si è potuto dare spazio all’immaginazione. Il modello di Aronofsky? Il Signore degli Anelli.

3. Noah non uscirà in tutto il mondo. La fede islamica infatti prevede che non si possano rappresentare in alcun modo le figure dei profeti. E Noè è uno di questi, citato in un capitolo del Corano. Così il film non uscirà in Qatar, Bahrain e negli Emirati Arabi, e probabilmente neanche in Kuwait, in Giordania e in Pakistan.

4. Aronofsky, che ha girato Noah tra l’Islanda, il Messico e gli Stati Uniti, ha voluto costruire una vera arca, che è stata allestita in un set a Long Island, New York. Pare che il regista e il suo team abbiano cercato di essere il più fedeli possibile a quanto riportato nelle Sacre Scritture. L’arca di Noah non somiglia a una nave, ma è una sorta di scatola, un rettangolo, un enorme contenitore di animali. Secondo la Bibbia l’arca doveva essere 30 cubiti di altezza, 50 cubiti di un larghezza, 300 cubiti di lunghezza. Cubiti? Un cubito è mezzo metro…

5. Nessun animale è stato maltrattato durante le riprese di questo film. Leggiamo spesso questa scritta nei titoli di coda di un film. Ma stavolta possiamo starne certi. Gli animali di Noah sono stati creati tutti al computer sulla base di creature reali, cercando di immaginare come potessero essere gli animali milioni di anni fa. Aronofsky non ha voluto utilizzare neanche un animale reale, perché è rimasto scosso dall’esperienze del set di The Fountain, dove sono state utilizzate delle scimmie, e il vederle rinchiuse in gabbie gli ha fatto molto male.

di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net

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