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Noi bravi ragazzi, brava gente

Creato il 13 maggio 2010 da Dallomoantonella

 

Noi bravi ragazzi, brava gente

Centocinquant’anni fa  nasceva l’Italia liberata dalle sue dominazioni interne ed intestine; un tempo relativamente breve   se si pensa che le altre grandi nazioni sorelle dell’Europa avevano mosso  i primi passi verso l’unità  nazionale già nel   1500 all’interno  dei grandi movimenti  culturali del tempo.

Così che il nostro paese è un regno nel senso di “sovranità popolare”  assai giovane, ancora privo delle sue essenziali riforme di cui tanto si ventila la necessità e ci si augura la programmazione. Riforme della giustizia,  riforma del sistema elettorale, del sistema tributario, del sistema   partitico, delle grandi  infrastrutture  e naturalmente   riforma della scuola,  che per quanto se ne sia detto dicendo il falso,  naviga in  acque assai poco sicure ed assai poco promettenti.

Per dirla in due parole: la Lega incalza che vuole il federalismo fiscale ed  il sud incalza attraverso   i suoi portavoce che non vuole essere abbandonato  al suo destino  d’eterna terra d’esilio e di brigantaggio (per non dire di malavita organizzata),  dove la gente emigra perchè da tempo immemorabile  non  c’è lavoro,  dove il lavoro è concepito solo  o come  assistenzialismo statale o come braccia al soldo  della mafia.

C’è chi sostiene assurdamente  che l’Italia non sarebbe dovuta mai nascere, perchè stava bene com’era,  con il sud in mano a gente che sapeva governarlo e con il nord  capace di bastare a se  stesso; c’è chi sostiene l’esatto contrario, ossia  che l’Italia doveva essere unificata, doveva celebrare il suo Risorgimento, doveva chiarire una volta per tutte  il ruolo  della Chiesa  nel  proprio compito tutto spirituale  che le aspettava e  cominciare a celebrare sull’onda del va pensiero  verdiano  il proprio orgoglio di popolo  con un giusto e salutare  spirito  patriottico.

Che gli italiani siano gente strana lo sappiamo,  gente di navigatori, poeti e santi,  ma  che si voglia arrivare a mettere in dubbio  la nostra identità nazionale, questo no, questo non dobbiamo lasciarlo  passare:  nonostante  le diatribe interne, nonostante l’eterno conflitto  tra  guelfi e ghibellini  o   papalini   e  repubblicani,  noi dobbiamo   affacciarci alla finestra e urlare con tutto il fiato che abbiamo in gola  “Io vorrei essere  orgoglioso d’essere   italiano, ma un pò mi vergogno”.

E’ vero,  anche la Lega ha le sue ragioni, ossia le ragioni  d’ essere stanca di un sud che non ha voglia o capacità di produrre;  ma anche il sud ha le sue ragioni, ossia di essere stanco  di essere terra mafiosa   dove per aprire un’attività commerciale occorre pagare il pizzo ai signori  di cosa nostra.

Cose che sappiamo di già e che siamo stanchi di sentire ripetere?  Può darsi,  ma il punto è che appunto  non si sta facendo nulla   per  recuperare  l’aspetto  di bravo ragazzo   ad un giovane  paese  che vive d’eterne contraddizioni  e di grandi malaffari.

Sembra che il problema più serio e grave  della questione  sia quello della massoneria, ossia dell’esistenza e dell’opera di una rete di persone oscure ed ignote  che decidono internos  in stanze segrete  e poco illuminate   le sorte delle comunità civili  che assistono impotenti ed ignare  al  compimento   diabolico  di questo  disegno  clandestino.

Già, la massoneria, Licio Gelli, le Brigate Rosse, gli anni oscuri del terrorismo, le stragi piazza Fontana  e piazza della Loggia rimaste senza colpevoli, l’eterno scontro tra nazi  e  sessantottini  anche dopo il fallimento del  sessantotto, il delitto Moroil caso Orlandi, i conti segreti del Vaticano, gli infiltrati della mafia nella Politica , lo strapotere della  Democrazia Cristiana  fino al suo attuale trasformismo, e chi più ne più ne metta…tutte cose che stanno taciute nella gola o dei morti o di chi non ci verrà mai a raccontare nulla di quello che sa,  e intanto  siamo solo noi, poveri imbecilli cittadini qualunque, perfetti signori nessuno,  che tutti i giorni ci dobbiamo inventare una ragione per rimanere onesti, per rimanere bravi ragazzi, brava gente…perché ne avremmo sì di voglia, di fare qualche  nuova strage.

Vorremmo in vero sapere  fare stragi  di  cose positive;  andare a lavorare dove tutti hanno un posto di lavoro; potere e sapere dire a chi sbaglia, chiunque esso sia,  che sta sbagliando, senza correre il rischio delle ritorsioni di Palazzo;  credere nei valori di sempre, ossia il  valore del  bene comune, la difesa della famiglia come prima cellula dello stato,  l’importanza dell’educazione  come formazione continua senza fine, il valore dell’onestà, l’odio per la violenza, il rispetto delle  regole, il sentimento della solidarietà.

Che poi questa famiglia possa essere composta da due gay  piuttosto che da due eterosessuali,  ci può stare, è un segno dei tempi;  che poi  i nostri bambini  siano figli della loro generazione , ci può stare, è un segno dei tempi;  che si possa tranquillamente  scegliere  (politiche familiari a parte)  tra il lavoro e fare  figli, ci può stare, è un segno dei tempi; che  il nostro vicino di casa  indossi il velo (quello normale) e preghi rivolto verso la Mecca, ci può stare, è un segno dei tempi; che  il nostro matrimonio anziché durare trent’anni (o tutta la vita), riesca a durarne solo  cinque, ci può stare, anche questo non è che un segno dei nostri  meravigliosi  (nonostante tutto) tempi  moderni…

 


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