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Noi e il mito della "caverna" In Platone /Spazio riflessione

Creato il 08 aprile 2014 da Marianna06

 

Plato's_allegory_of_the_cave

 

Borges ci ricorda che la realtà è la più grande di tutte le illusioni. E,citando il grande Novalis, precisa inoltre che essa, la realtà (quella che noi consideriamo tale) è pari a quel mago che prende i suoi illusionismi per autentici e ci crede lui per primo.

Ma già  Platone nel VII libro de la Repubblica, con il mito della caverna ci aveva avvertito.

Uomini, quelli della caverna (noi), che incatenati alla loro realtà di ombre riflesse, credono di vedere sul muro, che hanno  dinanzi, il vero.E così non è.

Un falso- vero (questo è il trucco) che è proiettato solo dalla fiamma del fuoco retrostante, che illumina la caverna medesima in cui essi giacciono prigionieri e incatenati.

E se quei prigionieri (a questo punto è Socrate che nel dialogo citato parla con il discepolo Glaucone), uomini e donne, potessero parlare, come oggi parlano (e tanto e troppo), non potrebbero che cianciare di ombre scambiate per vero.

Il sapere,che è sapere vero, la conoscenza che è tale, tende all’ “essere”, non si limita alla molteplicità, non si disperde.

Coglie l’essenza di cui ha la sua stessa natura proprio per poter vivere un’esistenza autentica.

In poche parole niente miraggi.

Quelli si lasciano volentieri ad Indiana Jones o ad altri esploratori. In quanto, com'è scontato, fanno parte del "pacchetto" mestiere.

  

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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Da Marianna Micheluzzi
Inviato il 08 aprile a 16:05

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