commento di Elisabetta BartuccaSummary:
Una storia di amicizia, rocamboleschi fallimenti, resistenza e riscatto. Cinquantenni della nostra Italietta, cinque eccentrici tipi umani, quattro ‘falliti’ e una giovane donna fuori di testa che proveranno a lottare come possono per realizzare il proprio sogno di fuga dalla città.
Il terzo lungometraggio di Edoardo Leo (dopo “Diciotto anni dopo” e “Buongiorno papà”), il secondo nato sotto l’egida della factory Lucisano, parte da qui sulla base di una sceneggiatura tratta dal libro di Fabio Bartolomei, ‘Giulia 1300 e altri miracoli’, e scritta a quattro mani dallo stesso regista insieme all’amico Marco Monini, che con lui aveva già firmato l’opera d’esordio.
“Noi e la Giulia” (sei settimane di riprese tra Matera e Roma) arriverà in sala il prossimo 19 febbraio distribuito da Warner Bros., l’impianto è quello classico della commedia anche se l’intento è sempre stato quello di “riuscire a divertire, senza togliere gravità a quella che è forse la maggior piaga sociale di questo tempo. Una storia dei nostri giorni. Una storia di resistenza civile. E inoltre, tema non secondario, raccontare un passaggio generazionale dei quaranta-cinquantenni nel nostro paese”. Già, perché questa volta a finire sotto la lente deformante del comico sono proprio loro: non più i trentenni precari e in fuga di cui il nostro cinema si è abbondantemente nutrito negli ultimi tempi, ma una nuova generazione di quarantenni in crisi. Quelli del piano B, che “a 20 anni era il chiringuito sulla spiaggia. A 40, quasi sempre, si tratta di un agriturismo”.
Protagonisti sono Diego (Luca Argentero), Fausto (Edoardo Leo) e Claudio (Stefano Fresi), tre perfetti sconosciuti, quarantenni insoddisfatti accomunati da un unico desiderio: fuggire dalla città e aprire un agriturismo. A loro si unirà Sergio (Claudio Amendola), un cinquantenne invasato ed Elisa (Anna Foglietta), donna incinta e sopra le righe. Ben presto il loro sogno di evasione dovrà scontrarsi con le velleità di Vito (Carlo Buccirosso), camorrista venuto a riscuotere il pizzo a bordo di una vecchia Giulia 1300.
La grande fuga di cinque sconfitti si trasformerà in un tragicomico tentativo di riscatto, che supera così i limiti del buffo. “‘Noi e la Giulia’ potrebbe sembrare, all’inizio, un classico film su una grande storia di amicizia, ed in parte lo è. – racconta il regista – Ma è il tipo di “sopruso” contro il quale combattono che porta la storia oltre la commedia. L’avventura di questi cinque sconfitti è riuscire a fare qualcosa di ‘bello’, come quell’agriturismo, in un posto brutto, deprimente, pericoloso, da cui tutti scappano”.
Una lunga, disperata e folle corsa che forse porterà laddove tutti vorrebbero, se solo si avesse abbastanza coraggio.
di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net