da L’idea di persona
(…) Se persone non si nasce ma ci si costruisce e solo attraverso la volontà di rispecchiarsi tali, quando si può affermare di volere perseguire l’idealità di un personalismo?
Solo quando in questo personalismo si sono inclusi i concetti di unicità, universalità e divinità dell’uomo in quanto creatura di Dio. Intorno a questi tre concetti si tornerà molto e di continuo perché sono i generatori di molteplicità che non perdono il loro universalismo a causa della loro radice intangibile.
Dall’unicità o assolutezza conseguono l’originalità, la creatività e l’inconoscibilità di ogni essere; dall’universalità o generalità conseguono l’uguaglianza, la dignità e la capacità di condividere di ogni essere; dalla divinità o trascendenza conseguono la libertà, la fratellanza e l’eternità di ogni essere. Solo la prima e la terza caratteristica partecipano della trascendenza, anzi, vi sono strettamente legate; la restante è immanente. Da queste nove qualità di sintesi si possono ricavare per ognuna tre ulteriori qualità analitiche, per cui si avrebbe che: l’uomo è originale perché è generato dall’Essere, partecipa dell’Essere e rimane legato all’Essere; è creativo perché si riproduce, crea opere d’arte ed è egli stesso un’opera d’arte vivente; è misterioso perché deve conoscersi, la sua conoscenza dura tutta la vita e solo all’Essere rimane conosciuto in pienezza fin dall’inizio; è uguale perché ha gli stessi difetti, le stesse virtù ed è costituito di anima più corpo, ossia da una dialettica comune; è dignitoso perché ha gli stessi bisogni, ha gli stessi diritti, ha gli stessi doveri; è capace di identificarsi perché riesce a socializzare, si realizza con l’aiuto degli altri e non è fatto per stare solo; è libero in quanto lo è nel corpo, nello spirito e dalla morte (nel senso che con la morte non finisce la vita); è fratello all’altro perché ama se stesso, ama l’altro, ama l’Essere; è eterno perché risorge nello spirito, risorge nel corpo, ritorna all’eternità da dove proviene.
Prima domanda: come conciliamo tutto questo ascensionismo con la realtà quotidiana?
Seconda domanda: come conciliamo il pensiero di Dio con la spiegazione scientifica del mondo?
Terza domanda: come conciliamo le divergenze religiose con il bisogno di vivere insieme nella stessa città?