Mi riconoscete?! Sono la prima a sinistra!
Il libro raccoglie i migliori racconti del concorso letterario “Nero di Puglia”, tra cui – ne sono onoratissima! – anche il mio, intitolato “La gemella del diavolo”. È stata una serata molto interessante resa ancora più piacevole dall’ambientazione, la sala ricevimenti “La Conchiglia”, ampia, elegante, con grandi fontane e tanto verde. Che dire poi del volume?Se siete amanti del noir non potete assolutamente perdervelo: tanti racconti ad alta tensione ambientati rigorosamente in Puglia!
Vi lascio la scheda del libro e una fotina… e presto ci sarà una piccola sorpresa: il mio racconto lo vedrete pubblicato qui sul blog, così potrete darmi i vostri pareri a cui tengo moltissimo!Curatori: Sergio Carlucci e Valentino G. ColapintoPrefatore: Omar Di Monopoli
Autori VariIsbn: 978.88.89735.84.8Prezzo: euro 14,00Collana: CardiPagine: 144Leggi l'inizio del libro!
Undici racconti noir che raccontano di una Puglia diversa, non di quella regione che ha saputo caparbiamente (ri)costruirsi l’immagine, passando in un paio di lustri da vetusto serbatoio di povertà ed emigrazione a mirabolante diapason delle nuove correnti creative musicali, cinematografiche e letterarie, ma quella che serba ancora, al suo interno, uno zoccolo duro di sfacelo tutto meridionale, qualcosa che l’onda benevola della recente attenzione mediatica preferisce celare, tenere a bada, confinare in qualche recondito meandro cui solo il pungolo di un’arte priva di scrupoli può permettersi di risvegliare.
Pubblicità dell'evento su La Repubblica
In mezzo allo sfolgorio accecante di un sole unico e al ritmo cadenzato dei tamburelli della taranta, voci di dissenso si sono coraggiosamente messe a raccontare, ricordando a chi credeva che quest’angolo remoto di Sud fosse bonificato dalla mafia, dalla corruttela, dall’abusivismo e dalla malasanità, che quaggiù, oltre al sapore dei taralli e alle note della pizzica, pulsa (purtroppo!) ancora un cuore nero come la pece. Nero di Puglia cerca pertanto di offrire uno spazio ulteriore a quelle scritture che hanno voglia di osare, di oscurare la luce, mettere per iscritto la lunga ombra in cui diguazzano ancora intatti i vecchi mali di una Questione Meridionale mai scientemente affrontata.