Una protesta simbolica ma di grande impatto si è svolta a Nola nei pressi dello stabilimento Fiat del comune campano, in cui si trova il reparto logistico. Una forma di protesta per urlare tutta la rabbia e l’indignazione e per mostrare vicinanza alla memoria e solidarietà alla famiglia di Maria Baratto, operaia cassaintegrata Fiat morta suicida per motivazioni legate alla disperazione per la perdita del posto di lavoro. Un messaggio chiaro e drammatico quello degli operai in protesta che, simbolicamente, hanno deciso di “travestirsi” da cadaveri insanguinati cospargendosi di vernice rossa stendendosi in terra nei pressi dello stabilimento Fiat di Nola “Come morti ammazzati, gli stessi che sta provocando quest’azienda”. Parole lapidarie, da far tremare i polsi per il loro contenuto drammatico e forte. Eppure, è questa la realtà: una situazione fatta di paura ed angoscia per il futuro, di difficoltà oggettive di sopravvivenza. Una situazione che si protrae da troppo tempo ormai e che non accenna ad avere una via di risoluzione: un reparto, quello logistico, trasferito da Pomigliano da ben sei anni, dal 2008.
Da allora, però, il reparto logistico Fiati non ha mai funzionato e da allora tutti i dipendenti sono in cassa integrazione. Una situazione insostenibile per molti, al punto da indurre alcuni al gesto estremo. E’, appunto, il caso della signora Maria Baratto, operaia 47 enne ritrovata morta nel suo alloggio di Acerra dopo quattro giorni che, dopo sei anni di cassa integrazione e senza uno spiraglio di speranza, si è suicidata mercoledì scorso con una serie di coltellate auto-inflitte all’addome. Maria Baratto non ha avuto più la forza di lottare contro tale situazione, si è arresa dopo anni di lotta: basti pensare che risale a due anni fa una sua lettera denuncia sui suicidi e i tentati suicidi degli operai della Fiat di Pomigliano e dell’intero indotto.
Proprio per questo motivo, nel giorno della celebrazione dei suoi funerali presso la Chiesa della Beata Vergine di Lourdes a Ponticelli, la manifestazione di protesta è stata portata avanti dai suoi ex colleghi, cassa integrati o licenziati Fiat: anche la solidarietà, in questi casi, è una forma di speranza ed una luce in fondo al buio tunnel.