C’è un modo per scoprire l’Africa senza spendere centinaia di euro per andare in viaggio, basta entrare in uno dei negozi di quartiere dove decine di locandine di film africani sono appese ai vetri e comprare un paio di DVD
Quello che ancora adesso è un continente dilaniato da guerre civili, originate in buona parte dagli interessi commerciali occidentali, sta crescendo culturalmente laddove la pace ha permesso di abbandonare le armi per costruire una società più complessa di cui fa parte anche la settima arte.
Il cinema africano di cui sto parlando ha poco a che fare con il cinema d’autore: esso, sotto l’egida della solita mamma francese, è stato incoraggiato già decenni or sono quando la produzione delle pellicole era destinata ad una élite principalmente straniera che nulla aveva da spartire con il pubblico africano. Un cinema sicuramente dotato di estetismo e di interessanti sceneggiature, ma rappresentante il pensiero dell’artista più che quello del popolo. Il cinema commerciale del continente nero ha un nome: Nollywood, la terza industria cinematografica al mondo dopo Hollywood e l’indiana Bollywood.
Lagos, capitale della Nigeria, è la più promettente città del centrafrica nonostante le grandi contraddizioni: nel paese dove la corrente è assicurata per un paio d’ore al giorno qui si continua a costruire ad un ritmo velocissimo, avvicinandosi rapidamente alle città più estese del mondo. Nollywood dicevamo, non usa alcun codice linguistico erudito: le storie sono e vogliono rimanere popolari perchè specchio di una società in mutamento. Questo modo di fare cinema è stato definito da molti il cinema della diaspora poichè produce film destinati a tutti gli emigrati africani, milioni sia in Unione Europea che negli Stati Uniti.
Basso budget, scarsa qualità tecnica e home-recording sono gli strani punti di forza sui quali queste produzioni fanno affidamento. In tutta l’area metropolitana di Lagos ci sono solo 3 sale cinematografiche; questo dimostra che i circuiti di vendita del cinema sono profondamente diversi dai nostri. In Africa (e nei quartieri multietnici delle città europee) i film sono venduti nei negozi e per strada proprio come se fossero dvd-pirata; una stima non accertata sostiene che ogni nigeriano acquista circa 15 home-dvd ogni mese.
Curiosamente, sono gli stessi intermediari di questo commercio a finanziare la produzione di nuovi lavori che solitamente non richiedono più di 10.000$. Annamaria Gallone, co-direttrice del festival del cinema africano di Milano, ha spiegato che i tempi di produzione di un film a volte non raggiungono neanche la settimana: 3-4 giorni sono necessari a produrre e girare il lungometraggio mentre un paio ne bastano per esaurire 50.000 copie sul mercato. Con dei ritmi così serrati, tre anni fa la Nigeria ha superato Hollywood per numero di film prodotti: 900 contro 500!
All’interno dei film nigeriani è possibile individuare una serie di tematiche comuni come famiglia, amore e onore, petrolio e soldi ma anche elementi tribali come la presenza di fantasmi, cannibalismo, unione fra stregoneria e chiesa evangelica. E’ proprio la chiesa evangelica la seconda grande finanziatrice dell’industria cinematografica: è facile intuire che attraverso il settore riesce ad aumentare la sua sfera d’influenza e diventare parte integrante della nuova Africa.
Sono oramai in tanti a dichiarare che Nollywood basta a se stessa e agli africani. Ma cosa vuol dire? Per spiegare il concetto, vorrei riportare quello che Amos Harel qualche mese fa scriveva riguardo al neo-presidente iraniano e al suo pensiero:
(il presidente) Khamenei teme più di ogni altra cosa, più delle sanzioni economiche, l’attacco culturale dell’occidente contro il suo paese. Secondo Mehdi Khalaji, Khamenei è ossessionato dall’idea che la Casa Bianca stia complottando con Hollywood, Google e Apple per conquistare menti e cuori degli iraniani. Non si dovrebbe sottovalutare l’influenza del soft power sulla politica
Contestualizzando questo prezioso riferimento, Nollywood non ha nè i mezzi nè le ambizioni per essere esportatrice della cultura nigeriana; essa è d’altro canto riuscita ad evitare (o ritardare?) l’invadente intromissione delle culture circostanti, quella americana fra tutte. Nollywood assume un ruolo storico nell’Africa moderna: mischiando tradizioni, folklore e influenze esterne sta definendo un nuovo pezzo di cultura che pian piano scivola via dai clichè coloniali e assume nuove identità.