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Nomen omen: "Sei. Solo. Mia, 12 piccole sfumature" di AA.VV

Creato il 04 novembre 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Redazione Care lettrici (ma anche lettori, non sia mai che qualcuno si senta discriminato). Ebbene sì. Ci siamo arrivati. Era logico, lo sapevamo sin dall’inizio che la grande onda sarebbe arrivata e ci avrebbe sommerso. Stiamo parlando del soft porn importato dalla signora James (come se le donne italiane non sapessero fare sesso e avessero bisogno dei suoi tips) che ha il compito arduo di scaldare notti e pensieri delle lettrici. Dodici piccole sfumature della Harlequin Mondadori sfrutta esplicitamente il richiamo con il testo dell’autrice di cui sopra, regalando alle lettrici dodici racconti erotici. Si va dal BDSM all’erotico con il tocco di chick lit, dall’introspettivo al sexual puro e crudo. Paccottiglia? Sì e no. Perché il livello dei racconti è molto differente, come potrete leggere nella nostra irriverente recensione... Trama
Legata, ammanettata o bendata. Dominatrice o sottomessa. Tu quale sfumatura preferisci? Dodici storie bollenti per donne che amano conoscere tutti gli aspetti della trasgressione, un concentrato di sensualità, passione, peccato e fantasia. 12 uomini fantastici da cui farsi dominare. 12 donne per immedesimarsi nelle situazioni più sconvolgenti. 12 storie erotiche con cui sognare. 12 peccati da NON confessare. 12 regole da NON accettare.

RECENSIONE  Va detto subito che il maggior pregio e il maggior difetto di questo volume è dato, appunto, dall’esser composto da racconti. In realtà il livello è disomogeneo: vi sono alcuni testi che hanno uno stile piatto, privo di sensualità e altri molto più eleganti e ben giostrati. Non si sta parlando della tematica in questa sede, sia chiaro, ma della resa delle scene di un argomento che appare estremamente inflazionato. Procediamo con ordine: Desiderio nascosto di Adelaide Cole. Inizia bene, bel quadro realistico della vita di una donna sposata e spossata, schiacciata dallo stress di una famiglia con un bambino autistico. Dal primo capitolo in poi, però, si scivola verso il cliché che più cliché non si può trasformandosi in una guida turistica di Parigi con scopata, cena e pernottamento. Mah. 

Un assistente personale di Portia Da Costa. Carino, gestito in maniera frizzante, con una scrittura leggera, anche se l’idea di fondo non è originalissima. Bella la resa dei personaggi, divertenti i dialoghi, passionali ma non volgari le scene di sesso. La Da Costa è una maestra del genere e si sente. Piacevole. 

Sette giorni in prestito, di Tiffany Reisz. Il migliore della raccolta. Scritto con uno stile scorrevole, ha una buona introspezione psicologica dei personaggi e uno studio attento dei cambiamenti emotivi. Alterna con intelligenza sensualità e ironia. Anche quando si arriva al finale, con il colpo di scena (spiazzante), questo è ben motivato. Impianto solido, BDSM con un suo perché e una sua funzione. 

Per il tuo piacere di Elisa Adams. Mah. Mah. MAH. Sembra più la versione femminile di un porno della Vivid, ma meno raffinato. Linguaggio volgare, dialoghi che avrebbero potuto essere sostituiti in maniera migliore da gemiti e ansiti. Il contrasto con il precedente è stridente. 

Rituale proibito di Saskia Walker. Ecco un altro racconto interessante. Gestito sul filo della sensualità, quest’autrice ha uno stile curato ed elegante. La gestione di trama e personaggi è particolare, poiché il racconto si gioca tutto sulla tensione dell’attesa e sull’importanza della fiducia. Peccato perché il finale risulta troppo zuccheroso quando avrebbe dovuto essere più d’impatto. 

Il ritmo della notte di Eden Bradley. Altro mah. Se questa è una fantasia sessuale, credo che 1) sia scomoda e poco sicura da realizzare almeno in Italia dove notoriamente i treni puzzano come carri bestiame e le cuccette hanno la comodità di loculi cimiteriali; 2) finale da diabete estremo sia possibile solo nella versione soft porno di Once Upon a Time.

Legata a te di Alison Tyler. Già il titolo è tutto un programma. La protagonista è un filino imbranata, ma risulta simpatica. Scritto in maniera accattivante, ha come protagonista una ragazza di un college e si gioca più che altro sull’emozione della scoperta e sul coraggio di prendere confidenza con la propria sessualità. Non male. 

Giochi d’affari di Alegra Verde. Diciamo che la protagonista non fa una bella impressione, almeno all’inizio. Poi comprendi che (finalmente!) c’è un protagonista maschile che vuole essere preso a scudisciate e tu, donna, gioisci. C’è il solito pacchetto di capufficio strafigo e ricco che copula come un riccio con la segretaria sexy e panterona, ma non disturba più di tanto. La protagonista è molto indipendente, forse in maniera esasperata. Nella media. 

Il gusto del peccato di Lisa Renee Jones. Un po’ di atmosfere gothic, un po’ di alta finanza, il solito bello e dannato dal cuore d’oro, la pulzella super determinata che si libera delle inibizioni. Nulla di particolare, né per lo stile, né per la trama. 


La sfida di Megan Hart. Ecco l’altro racconto che merita in questa raccolta, ed ecco un'altra maestra del genere. Particolare e originale. Protagonisti un gay e la sua collega etero. Giocato su due piani narrativi – quello dell’amicizia tra i due e quello delle relazioni che essi hanno al di fuori dell’ufficio – ha un buon approfondimento psicologico e dialoghi interessanti. Unico racconto con una scena di sesso gay. L’ho trovata molto più coinvolgente e ben gestita rispetto alle scene di sesso etero di alcuni degli altri racconti.

Fantasia su carta di Emelia Elmwood. Spunto originale, descrizione che non lascia molto all’immaginazione. Dopo un avvio interessante si perde per strada, trasformandosi nella solita successione di variazioni su tema (e sul letto). Le scene non sono morbose, ma i personaggi non hanno spessore, nemmeno la protagonista che pure ha le sue paturnie. Un’occasione sprecata. 

Il tocco delle sue mani di Anne Calhoun. Mah al cubo. Inutile. Scritto male, confuso in alcuni passaggi. Il protagonista sarà anche un marine ma sembra più uno psicolabile. E lei ha atteggiamenti infantili conditi con un filo di ninfomania. E tutto per una finestra aperta! Per concludere. I racconti hanno un livello disomogeneo, sia per resa dei personaggi e delle situazioni che per scrittura e stile. Ciò nonostante, sono certamente migliori della prosa del romanzo capostipite, e alcuni di essi hanno una bella resa psicologica. Una raccolta piacevole che merita una lettura, specie se volete trovare qualcosa di intrigante e divertente che non vi impegni a lungo.

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