Non abbassare la guardia

Da Daniela Gallucci @malaikadany

Poco meno di un mese fa, complici i ritmi serrati in ufficio, notizie non proprio attese e impegni casualmente fissati in maniera troppo ravvicinata, mi stavo facendo abbattere dallo stress e dalla negatività.

E giuro, non è da me, per niente.

Poi sono partita per l’Italia, una vacanza all’insegna del relax, famiglia, amici e cibo, tanto cibo..

Questa vacanza mi ha senza dubbio aiutata a rilassarmi, ho deciso appositamente di non portare il computer con me e di staccare completamente la spina da tutto e tutti, chiudendo in un cassetto tutti i pensieri, problemi e preoccupazioni. Ma soprattutto, scacciando quell’ombra negativa che si stava impossessando di me.

Sono tornata a casa (quella olandese) carica di pensieri positivi e con un’energia da paura nonostante il freddo gelido e i problemi che ci hanno dato letteralmente il benvenuto appena aperta la porta di casa, perché affrontarli con il sorriso aiuta solo a risolverli al meglio.

Poi ci sono i segnali.

Quelli che tenti di ignorare ma non sempre ci riesci, o quelli semplicemente palesi che anzi che farmi domandare “ma perché tutte a me” mi fanno pensare.. e se ci fosse un motivo? Perché tutto ha più di una dimensione, e quando è possibile perché non guardarlo…dal lato opposto? Se cambia la visuale?

Credo che da quando ci siamo trasferiti in Olanda le cose siano andate sempre in positivo, sebbene per molte cose mi viene da pensare al contrario. Siamo partiti da zero senza reali prospettive o possibili progetti e se ripenso ai primi mesi in Olanda posso dire che beh, in fondo ne abbiamo fatta di strada, ed è stato tutto merito della nostra energia positiva che ci spingeva a crederci ed andare avanti.

Ma che succede quando poi finisci la benzina che manda avanti la tua energia? Quando ti adagi su quella poltrona o su quel contratto perché poi così male non è e le tue giornate iniziano ad assomigliarsi, ripetendosi una dopo l’altra nella loro instancabile monotonia..intervallate solo da piccole variabili?

Mi sembra di sentirmi come un cane che si morde la coda. Non metaforicamente..

Io sono allergica alla routine. Il solo accendere il computer ogni giorno in ufficio e fare le stesse mosse mi spegne ogni giorno di più.. O al tempo stesso mi risveglia, richiama a gran voce quella sete di libertà dentro me.

Se sapessi di avere una carriera portatile, un marito ricco o un conto in banca cospicuo vi direi che non esiterei un minuto di più e partiremmo alla ricerca di un post migliore. Magari viaggiando per il mondo, fermandoci un tot in un luogo assaporandone la cultura e tradizioni e ripartendo una volta che lo riteniamo necessario. . Mia figlia? Non credo che crescendo qualche anno con il worldschooling imparerebbe meno rispetto alla scuola tradizionale, onestamente.

Ma siccome la situazione presentata sopra non rispecchia la nostra, credo che per me ora la libertà si rispecchi più come una libertà interiore.. Libera dai vincoli della routine, libera dal sentirsi sempre non adeguata o non voluta perché non olandese, libera di lavorare in casa o in un caffè e soprattutto libera di essere creativa, di risvegliare le doti di progettare e risolvere, comunicare ed essere responsabile della gestione del mio tempo.

Perché il tempo è la cosa più importante che abbiamo (insieme alla salute) e la sensazione di sprecarlo è come una ferita che si insinua nella tua mente diventando ogni giorno più pesante e pungente.

Grazie Francesca ed Eli per avermi ispirata per questa riflessione, è come se questo vento gelido del nord abbia ancora una volta scosso degli animi inquieti.


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