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Non aprite quella porta

Creato il 31 maggio 2011 da Fredy73 @FedericaRossi5
La mia casa, evidentemente offesa per il prolungato stato di abbandono in cui versa, ha deciso di ribellarsi. E ha ideato tutta una serie di piccole azioni che potrebbero far perdere la pazienza anche al Dalai Lama.
Figuriamoci a me che, di certo, non brillo per spirito di sopportazione e lancio improperi anche per un foglio di carta incautamente caduto a terra.
Anzi! Io sono la regina della parolaccia. Non per inventiva. Ma l'uso continuo che ne faccio. Soprattutto quella che fa rima con "pazzo". Ed è con questa parola - nell'ottica di cercare di non perdere quel poco di femminilità che mi è rimasta - che commenterò gli incresciosi episodi della casa indemoniata. Posseduta da uno spirito burlone e molto attento a tutto quello che può davvero darmi fastidio.
Tutto ha avuto inizio una settimana fa, quando sono rientrata dopo 15 giorni di assenza.
La prima cosa è stata collegarsi al computer. E lì ho avuto la prima sgradita sorpresa. Perché dalla workstation casalinga mi è impossibile commentare i miei e gli altrui post. Misteri della telematica! Il mio account funziona normalmente quando sono in ufficio. Dove, però - malpensanti! -, io lavoro "sul serio". Ovvero non posso dedicarmi al blog e alla blogosfera. Mi è partito un timidissimo "pazzo" d'ordinanza, con la segreta promessa di vagliare tutte le soluzioni possibili per tornare a commentare i miei e i vostri post (che comunque continuo a leggere regolarmente).
Ma andiamo avanti.
Sono in un periodo della mia vita particolarmente delicato e importante per il lavoro. E improvvisamente ho dovuto procurarmi tutta una serie di documenti (vi svelerò le novità a cose fatte). Comprese copie di carte d'identità, lettere e deleghe varie. Ma la casa ha colpito ancora: la mia stampante è deceduta. Così, senza preavviso. Con le cartucce ancora satolle d'inchiostro e gli ugelli liberi e felici.
Doppio "pazzo" appena accennato solo perché troppo concentrata a trovare una soluzione alternativa.
Magari potessi comprarne una nuova! Solo che sono ancora convalescente, almeno per quello che riguarda il guidare la macchina. E, certo, due piani a piedi con stampelle e stampante al seguito li vedo davvero difficili. Ma non demordo.
Vi chiederete se i miei problemi riguardino solo il pc. No, ovviamente. Il terzo "pazzo" mi è partito ieri sera, quando, con 30° alle nove di sera, ho deciso di riattivare l'aria condizionata. In genere la uso poco. E' un regalo del precedente proprietario che - confesso - ha risolto non poche serate della stagione caldo-afosa beneventana (noi non abbiamo l'estate!).
Quando ho deciso di spegnerla, mi sono resa conto che il telecomando aveva deciso di litigare con il condizionatore. Perché i suoi comandi non arrivavano al mittente. Non è questione di pile scariche. E' che proprio i due hanno deciso di non parlarsi più. Quando ormai il mio soggiorno ha iniziato ad assumere l'aspetto della Groenlandia a febbraio, sono riuscita a trovare l'interruttore generale di tutto l'impianto. O, meglio, l'interruttore elettrico al quale è collegato. L'ho spento e, poi, convinta, l'ho riacceso. Solo per farmi spuatare in faccia un vento gelido. A ciclo continuo. Con tutti i led spenti. Il condizionatore, ormai, vive di vita propria. E l'unica soluzione è stata quella di staccargli la spina.
Sempre in campo elettrico, hanno deciso di dare forfait, nell'ordine, anche il ferro da stiro, lo stereo e il ripetitore che, dalla tv del soggiorno, trasmette alla tv della camera da letto.
Un'ecatombe, "pazzo"!
E tutto in questo momento in cui sono davvero impossibilitata a prendere seri provvedimenti (ovvero a fare nuovi acquisti).
Anche in campo idraulico le cose non vanno meglio. A distanza di qualche mese dalla riparazione d'emergenza fatta dal mio amico B, lo sciacquone del bagno ha avuto un'altra crisi d'identità, convincendosi di essere la doccia. Così, ad ogni scarico, il mio bagno è invaso da una pioggerellina davvero simpatica, in grado di raggiungere gli angoli più nascosti e remoti. Inutile dire che, al momento, non sono ancora in grado di salire su una scala per vedere che "pazzo" è successo là dentro. Ma a giudicare dall'ultima volta, ho capito che non è arte mia.
Chiaramente le pulizie vanno un po' a rilento per l'impagabile abilità di imbracciare stampelle e aspirapolvere avendo solo due braccia, due gambe e un ginocchio e mezzo. Così, giovedì scorso, la signora che una volta a settimana viene a darmi una mano mi ha aiutato anche con il cambio di stagione (perché qui a Benevento in 15 giorni si è passati da novembre inoltrato ai primi di agosto).
Chiaramente non è riuscita a ultimare tutte le pulizie cui normalmente si dedica. E, ovviamente, questo giovedì è festivo. "Pazzissimo"!
Infine, sempre in tema di pulizie, la signora che si occupa degli spazi condominiali ha deciso di lasciare nei miei 60 mq di casa tutta la sua attrezzatura. E' ovvio, visto che sono l'unica che si interessa delle condizioni igieniche del palazzo, giunto al mio ritorno, invero, ai minimi storici.
Ho fatto spallucce e ho pagato (da sola) sia la pulizia extra che tutto il mese di giugno. In anticipo e sull'unghia. Senza battere ciglio. Fino a quando, almeno, non ho chiuso la porta di casa per lasciarmi andare al mio mantra: "Pazzo! Pazzo! Pazzissimo!!!"
Basta! Voglio un uomo. Non per me. Ma almeno per la mia casa.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso dell’autrice.

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