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non avrei voluto scriverlo

Creato il 27 febbraio 2012 da Frufru @frufru_90

Quel goal, oggi, è stato un urlo. L'abbiamo sentito tutti noi, sugli spalti. Un grido silenzioso, una corsa sotto la nostra curva, noi che applaudivamo forte, come al solito o molto di più. Gli abbracci dei compagni di squadra, le tirate di capelli, le loro pacche sulla spalla. Gli ultrà più ultrà hanno iniziato a sillabare il nome del goleador. I tifosi avversari fischiavano e insultavano l'arbitro per aver concesso un rigore inesistente. Noi però applaudivamo, lui correva e saltava abbracciato da tutti, anche da quelli che erano in panchina, come se fosse il goal decisivo di una finale di Champions League. Applausi ancora, come per dire noi ci siamo. Lei però no. Lei, che so appena che faccia ha, ad applaudire il suo amore sugli spalti non c'era. Chissà se ci sarà mai più. Quando la scienza alza le spalle e scuote la testa per me finisce lì. Se la scienza dice che è troppo tardi, allora per me è troppo tardi. Punto. E allora che cosa resta? Che cosa resta di un giovane amore, di una piccola casa presa insieme, di un matrimonio celebrato da poco, di bambini ancora non arrivati perché tanto c'è tempo, tanto abbiamo tutto il tempo del mondo, noi. Siamo giovani. Non abbiamo nemmeno trent'anni. Che cosa resta?
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.Aveva ragione De Gregori. A noi, sugli spalti, di quel rigore segnato non ce ne fregava niente. Sono pronta a scommettere che, anche senza applauso, dentro di noi tutti saremmo stati felici solo di vedere proprio lui, e non un altro, avvicinarsi al dischetto col pallone in mano. Un giocatore lo vedi dal coraggio, e anche un uomo, credo. Certo non so proprio come si possa trovare il coraggio per affrontare certe cose. Io non lo so.
Ho paura.
E sono giorni che ho paura, giorni che gira e rigira finisco sempre per pensare a quella cosa lì. Giorni che non mi viene in mente niente da scrivere qui sul blog, giorni in cui non capisco quello che leggo, giorni in cui non me ne frega niente di Mario Monti, dell'Euro, della Grecia, giorni in cui, passeggiando, mi chiedo se anch'io stia sprecando il mio tempo. Quando andavo a scuola una mia compagna di classe mi scriveva sul diario, ogni anno, una frase. Diceva così, più o meno: la vita è come una corsa in moto, nessuno sa quanta benzina il destino ha messo nel suo serbatoio, la cosa importante però è andare sempre al massimo, fino all'ultima goccia di benzina che si ha a disposizione. È davvero così? Quanta benzina sto sprecando io? Nemmeno ci credo nel destino. 
Buonanotte
p.s. Il triste post di oggi è in netto contrasto con il nuovo aspetto del mio blog. Mentre nella mia testa ruzzolavano pensieri tristi ho preso in mano le redini del mio Gimp, installato un po' di tempo fa, cercando di tirare fuori qualcosa di decente per i miei scarabocchi. Sono abbastanza soddisfatta del risultato, anche se credo di ignorare gran parte delle potenzialità del programma.


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