"Un tempo facevamo la coda per comprare le fragole al negozio e magari alla fine non c'erano più fragole. Ora ci sono le fragole, c'è la libertà ma anche la solitudine". Chi parla cosi é uno dei giovani tedeschi, nostalgici ondeggianti tra i tempi di Hitler e quelli del muro comunista, protagonisti di "We are Young, we are strong", tra le prime proiezioni al Festival internazionale del cinema a Roma. É la storia di una sommossa messa in atto a Rostock nell'agosto del 1992. Una protesta violenta e sanguinosa che aveva come obiettivo non i pubblici poteri ma le masse di immigrati, prima gli zingari poi gli asiatici. Una brutta pagina della storia tedesca esplorata con coraggio e acume da uno che poteva essere figlio di quelle vittime dell'assalto xenofobo. É il regista Burhan Qurbani, un afgano-tedesco. Nella notte degli orrori il ritratto di una gioventù allo sbando, alle prese con i miti nazisti,ma che passa con disinvoltura dal canto del terzo Reich a quello dell'Internazionale. Una gioventù che avrebbe bisogno di una democrazia capace non solo di soddisfare i bisogni materiali, distribuendo mance (come può avvenire anche da noi concedendo 80 euro e e il Tfr in busta paga) ma anche riconoscendo un ruolo determinante a chi lavora e un ideale di vera partecipazione alla costruzione della società. Mentre spesso i politici, come appare nel film di Qurbani, anche se appartengono alla sinistra della Spd, fuggono dalle domande impegnative.Un interessante esordio al Festival romano nel settore "Cinema d'oggi". Non altrettanto si può dire di "Soap Opera" (settore "Gala")di Alessandro Genovesi, un prodotto surreale dall'inizio divertente e frizzante, con protagonisti di notevole levatura (Abatantuomo, Francini, Memphis) ma via via deludente...
"Un tempo facevamo la coda per comprare le fragole al negozio e magari alla fine non c'erano più fragole. Ora ci sono le fragole, c'è la libertà ma anche la solitudine". Chi parla cosi é uno dei giovani tedeschi, nostalgici ondeggianti tra i tempi di Hitler e quelli del muro comunista, protagonisti di "We are Young, we are strong", tra le prime proiezioni al Festival internazionale del cinema a Roma. É la storia di una sommossa messa in atto a Rostock nell'agosto del 1992. Una protesta violenta e sanguinosa che aveva come obiettivo non i pubblici poteri ma le masse di immigrati, prima gli zingari poi gli asiatici. Una brutta pagina della storia tedesca esplorata con coraggio e acume da uno che poteva essere figlio di quelle vittime dell'assalto xenofobo. É il regista Burhan Qurbani, un afgano-tedesco. Nella notte degli orrori il ritratto di una gioventù allo sbando, alle prese con i miti nazisti,ma che passa con disinvoltura dal canto del terzo Reich a quello dell'Internazionale. Una gioventù che avrebbe bisogno di una democrazia capace non solo di soddisfare i bisogni materiali, distribuendo mance (come può avvenire anche da noi concedendo 80 euro e e il Tfr in busta paga) ma anche riconoscendo un ruolo determinante a chi lavora e un ideale di vera partecipazione alla costruzione della società. Mentre spesso i politici, come appare nel film di Qurbani, anche se appartengono alla sinistra della Spd, fuggono dalle domande impegnative.Un interessante esordio al Festival romano nel settore "Cinema d'oggi". Non altrettanto si può dire di "Soap Opera" (settore "Gala")di Alessandro Genovesi, un prodotto surreale dall'inizio divertente e frizzante, con protagonisti di notevole levatura (Abatantuomo, Francini, Memphis) ma via via deludente...
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