Carissimi amici e carissime amiche, come avrete notato in questi ultimi giorni, la mia presenza su queste pagine è abbastanza scarsina. Un po' colpa del caldo, l'estate rimane ancora una delle mie stagioni maledette. Un po' perché mi sto dando da fare, in altro modo, per arrotondare le "entrate". Mi sono specializzata nell'arte del fai da te (e non pensate male mi raccomando), anzi chiunque volesse saperne di più, mi contatti in privato...
Ma, a parte questo mettiamoci pure (e soprattutto) che la scuola è finita...ecco. La mattina come mio solito, non appena il grande dei miei due maschietti andava a scuola, io avevo quel pezzetto di tempo per me. Per scrivere, anche perché uno è meglio "gestibile" di due, e nonostante i suoi svariati tentativi di manomettere il pc, sono sempre riuscita a portare a termine la mia "missione". In questi giorni caldi e caotici mi sembra di aver sconnesso i contatti con il mondo reale e non. Mi sembra di aver perso il controllo, ma a ben vedere le sole redini completamente abbandonate sono le mie, quelle che mi tenevano in piedi.
A volte penso che i miei ventotto anni siano più o meno coetanei degli ottantatré di mia nonna...ma è meglio non ricordare questo dettaglio. Pochi giorni fa mi è capitata una cosa curiosa, insolita anche, poiché non ricordo sia capitata prima, o almeno così raramente da averlo dimenticato. Una volta a settimana di "rito", non appena torna mio marito a casa, io prendo la macchina, mi armo di buste e di tutte le tessere dei supermercati che ricoprono quasi per intero il litorale romano e dintorni, e vado a fare la spesa. Di solito la prima cosa che faccio è stabilire un budget (che quasi sempre viene scavalcato, e di brutto) poi guardo cosa c'è e cosa non c'è, prendo la borsa le chiavi e me ne vado. Bene, ho il morbo della fata smemorina io, lo ammetto. Però il cellulare lo prendo quasi sempre in automatico, caso strano appunto, quel pomeriggio lo lascio a casa. Me ne accorgo mentre guido e canticchio l'ultima dei Daft Punk, Get Lucky mi pare sia il titolo. Dopo un'apparente e rapida sensazione di smarrimento esistenziale, ecco che mi sento pervadere il corpo come da una brezza nuova, leggera e incontaminata. Pensavo che in quel momento, quella, fosse una delle sensazioni più belle che io avessi provato in questi ultimi cinque anni della mia vita. Gli anni più tosti, quelli che ti hanno messo alla prova sul serio. La laurea, il matrimonio, due figli...finisce che tu e il mondo al di fuori delle mura domestiche, e poco più in là del tuo istinto materno che ti consuma fino all'ultima, piccola cellula del tuo corpo, proceda rimpicciolendosi fino a svanire. La tua normalità ti vuole onnipresente, mai stanca, sempre sull'attenti perché se molli tu crolla tutto. La normalità vuole che tu sia donna ideale, madre ideale, amica ideale, compagna ideale e via discorrendo...le responsabilità a volte ti attanagliano, ti mettono all'angolo e non ti lasciano scelta.
Libertà, di Emiliano Gentilini
E nonostante le gioie immense di questa vita , quello che ti manca di più di te, è e sarà sempre quel pizzico di spensieratezza e leggerezza che hanno contraddistinto la tua adolescenza. Ecco perché sentirsi per un istante "non raggiungibile" appare ai tuoi sensi come una piccola rinascita. Torni a sentirti libera, ti dimentichi delle responsabilità e dei doveri. Nessuno può giungere a te...hai staccato un secondo la presa. Capisci che forse dovresti farlo davvero, più spesso perché ne hai bisogno. E quando ti concederai il momento, una dolce vocina parlerà per te:
"L'utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile"...