Non è facile dire tutto e il contrario di tutto su tutto e tutto in una volta
Renzi ha ereditato da Berlusconi anche la fortuna. Per sua fortuna l’Italia frana sotto la pioggia ed è piena di cittadini esasperati ad un passo dal razzismo, altrimenti penseremmo che in questo paese la gente sciopera per le sue “non proposte” di legge che il parlamento firma per lui in bianco.
La gente sciopera, che brutta storia! Sciopera per il Jobs Act, per l’abolizione dell’articolo 18, per la fesseria della #buonascuola e lui fa finta di nulla. Finge che vada tutto bene e trasforma palazzo Chigi in un ristorante di lusso per vip rifatti e con i conti alle Cayman a 1000 euro a coperto.
Ma in fondo cosa possiamo aspettarci da uno che è convinto che il muro di Berlino sia caduto perché nell’est si era diffusa endemicamente una sovversiva copia pirata in vhs di Rocky IV?
Cosa possiamo aspettarci da uno che dice che l’Europa deve essere meno austera e deve sborsare 300 miliardi di euro (facendo credere che la somma sia solo per l’Italia quando è per tutta l’Unione), ma allo stesso tempo rincuora la Merkel sul patto di stabilità? Cosa possiamo pretendere da uno dice che la riforma del lavoro darà nuove opportunità mantenendo ben 47 forme di contratti precari senza neanche la tutela dell’articolo 18? Cosa possiamo mai pretendere da un soggetto che dichiara alla Leopolda che il posto fisso non esiste più ma omette di dire cosa lo sostituirà?
Che cosa mai possiamo aspettarci da una persona che fa tagli lineari sulla scuola e sulla sanità e poi parla di buona scuola e di diritto alla cura?
La sua unica vera abilità consiste solo nel fatto che riesce a parlare di tutti questi argomenti mettendoli tutti insieme: qui sì che ci vuole davvero arte! Non è facile dire tutto e il contrario di tutto su tutto e tutto in una volta.
La verità è che non lo sa nemmeno lui. Da buon esecutore delle direttive di Bruxelles il suo unico compito consiste nello stordirci coi suoi attacchi di logorrea per poi imporre la fiducia al parlamento su leggi annunciate ma non ancora scritte.
E’ fin troppo facile recitare la parte del bulletto sparando qualche frecciatina alla Merkel e a Junker e poi eseguire pedissequamente ogni ordine dei due veri maschioni della Ue.
In Italia si sciopera e l’autunno caldo con ogni probabilità diverrà un inverno bollente, ma il Premiato Catering “Palazzo Chigi” fa ancora finta di nulla. Tira dritto e spera di ingaggiare Gordon Ramsay per la prossima cena da incubo, e anche se il beluga è illegale di certo Berlusconi metterà una buona parola con l’amico Putin.
A dire il vero Verdini è un po’ stanco di fare il maître, ma Razzi conosce solo il coreano e l’abruzzese stretto, Brunetta ama addormentarsi in piedi sotto i tavoli – solo così riesce a sentirsi un purosangue nella stalla – e Gianni Letta spera di salire al Quirinale: perciò tutti devono fare un piccolo sforzo e sacrificarsi per l’azienda.
Poi dicono che in Italia non si può fare impresa. Tutte scuse! Basta volerlo, avere gli amici degli amici di amici giusti, arrivare al governo del paese e il gioco è fatto.
In Italia si sciopera ancora, anche se è demodé e poco fico.
Certo, ai tempi di Cossiga era diverso: bastava infiltrare qualche “disturbatore” tra i manifestanti, accendere la miccia e aspettare che lo sciopero diventasse guerriglia urbana per far passare i cittadini comuni per criminali.
Ora è tutto diverso, c’è un enorme lavoro dietro … fatto minimizzazione mediatica: se i manifestanti sono centomila diventano mille – 500 se sono della Fiom -, fare in modo che si picchino tra loro (la guerra tra poveri fa tanto neoliberal) e dopo il telegiornale mettere qualche puntata in più di Uomini e Donne, ben contornata da un servizio di due ore della D’Urso che piange a comando sull’ultimo e truculento caso di cronaca nera.
Nessuno ringrazierà mai abbastanza le povere donne e ragazzine scomparse in circostanze orribili, nessuno immagina quanto siano importanti, quanto valgono, ovviamente più da morte che da vive.
Dopo queste narcotiche chicche di sciacallaggio e di trash l’unica cosa che desideri è svenire con la speranza di perdere definitivamente la memoria a lungo termine per poi risvegliarti con la convinzione di vivere nel 1861.
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fonte immagine: Vauro
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