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Non è facile smettere di scrivere

Da Marcofre

La scrittrice Morena Fanti sul suo blog parla di “smettere di scrivere”.
Non ci avevo mai pensato.

D’accordo, scrivo come una capra e per questa ragione nessuno vuole pubblicare quello che produco: questo è un fatto.

Per cinque anni, ho evitato con cura di scrivere. E di leggere. Però alla fine sono tornato a farlo.

Non credo che riuscirei a smettere in maniera definitiva. prima o poi ci cascherei di nuovo, perseguitato dall’idea di aver perso cinque anni. Pazienza.

Ma non credo che sia positivo mancare di questa capacità di separarsi dalla scrittura: perché si perde facilmente la capacità di giudicare quello che si scrive. Lo si fa quasi in maniera automatica, magari hai imparato alcune cose a forza di leggere, e di scrivere. E tutto ti sembra perfetto, anzi: migliori di anno in anno. In fondo, non si dice che occorre scrivere (fare pratica quindi), per migliorarsi?

Il violinista deve esercitarsi ogni giorno, mica può farlo solo un po’. Lui però è fortunato, perché deve solo eseguire il lavoro degli artisti che lo hanno preceduto (non è affatto così in realtà: ma per semplificare facciamo finta che lo sia).

Certo, magari un’amica che ti vuole bene, una sera ti prende da parte, ti poggia la mano sulla spalla, e mentre un CD macina “Per Elisa” di Beethoven, ti dice:

“Sai, hai sempre scritto così così, ma adesso lo fai da cane. Visto come stanno le cose, non credi sia meglio guaire, invece di maltrattare le parole?”.

E tu, piangi lacrime calde, e acconsenti.

Ma se non succede? O se succede e te ne infischi? Ecco, al di là delle battute, temo che continuerei…


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