In questa estate per mancanza di prove, in cui sta capitando di tutto un po’, m’è toccato pure il colloquio di selezione con una possibile stagista.
E all’improvviso, una folgorazione. Io, la giovane dentro, l’eterna ragazza, mi ritrovo a fare il colloquio ad una che ha la metà (meno uno) dei miei anni.
E realizzare, di colpo, che, almeno biologicamente, potrei tranquillamente essere sua madre.
E capire, infine, che giovane lo sono stata. L’altro ieri, però. E che questa è l’età delle responsabilità. E che quando si cerca qualcuno d’esperienza, quel qualcuno sono io. E che quando si cerca una soluzione, guardano verso di te. Che abbiano vent’anni in meno, o venti in più. Perchè da te che ci si attende qualcosa. Un guizzo, un’idea, una menzogna.
E rendersi conto, che è finita l’età degli alibi. E pure quella delle giustificazioni.