Fermo dal 12 giugno, data dell’ultimo post. Azzerato tutto il materiale precedente perchè non soddisfatto. Si riprende da oggi. In poche parole si riparte da capo e di nuovo.
Non erano solo impegni familiari, non era solo dovuto all’anno “vissuto intensamente”, ma il blog s’era impigliato in 2 questioni fondamentali.
La prima riguarda cosa raccontare agli amici e a quelli che leggono per caso la vita di tutti i giorni dopo che è cambiata con l’arrivo dei nostri 3 figli. Non era possibile raccontare in modo innocuo le scansioni delle cose vissute in famiglia, non era possibile senza entrare nel privato intimo. E questa è stata la prima difficoltà.
La seconda attiene al come. L’utilizzo dei social network cambia modo e percezione di come ci scambiamo le opinioni e non sono state poche le volte che alle opinioni e ai giudizi si sono accodate incomprensioni, polemiche e contrasti molto forti. Qualche amicizia si è interrotta (per mia fortuna aggiungo); qualche polemica ha occupato i miei pensieri oltre il dovuto e delle code mi hanno impegnato in ricerche e argomentazioni che rubavano tempo e voglia di raccontare ed esprimere. E poi durante questo intervallo ho riflettuto molto su cosa vogliano dire parole come giusto/bello/buono e cosa significhi contrapporsi al suo contrario; ho pensato alle scale dei valori e quale rapporto intercorre tra quelli relativi e quelli di principio, tra quelli inderogabili e quelli trascurabili visto che la comunicazione orizzontale che si svolge sul web sovverte alcuni canoni che hanno fondato -nel bene o nel male- alcune importanti coordinate per la convivenza e il rispetto delle persone e non essendo sicuro che sia sempre un bene ci ho voluto pensare a lungo (la cosa che più s’avvicina alle mie conclusioni è la pagina che trovate in cima: s’ispira a …)
Il giusto soccorso l’ho avuto scoprendo l’uso di facebook e la lettura di un libro che mi è stato utile. Con facebook serve poco per raccontare con la giusta dose la quotidianità di una famiglia come la nostra; mail e messaggi aiutano a scambiare informazioni private e infine al blog rimane uno spazio pubblico più dettagliato e raccontato. Il libro che mi ha guidato ad una “ecologia della comunicazione” è stato “la tirannia dell’email” di John Freeman che mi ha fatto capire molte cose su come non funziona la comunicazione tramite web.
Quindi? ho fatto passare del tempo e ho molto riflettuto su cosa dovevo fare di questo diario online al quale rimango affezionato. E ora? Provo a ripartire con altri presupposti: scrivere di cose pubbliche ben documentate e argomentate partendo dalle esperienze vissute in prima persona cercando di trarre spunti e approfondimenti per alcuni ragionamenti che mi stanno a cuore; l’argomento principale non può che riguardare uno degli aspetti che mi coinvolge da un anno e passa: la famiglia, l’adozione e tutto quello che può stare intorno a questi due argomenti: scuola, educazione, politiche familiari, società e la qualità del vivere. In questi mesi gli stimoli e le occasioni di riflessioni che partivano dai singoli episodi sono stati così tanti e diversi che ho affinato un certo sguardo.
Questo significa che scriverò dei post quando tempo e approfondimento lo permetteranno. D’altronde ai tempi di facebook il blog cambia la sua natura e da diario diventa un “giornale” pubblico e documentato, mentre quello che facciamo, le foto, gli episodi, i piccoli eventi, gli incontri trovano posto nella invenzione di Marck Zuckerberg. Resta la speranza di fare qualcosa di utile e piacevole. Buona lettura.