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Non facciamoci mancare le buffonate!

Creato il 16 febbraio 2012 da Ilrattodellospazio
Non facciamoci mancare le buffonate!Per una buffonata che si chiude (i ministeri al nord, grazie alla truce banda di troll guidata dai Calderoli, l'ennesima buffonata "verde" costata milioni, meno utile e meno seria della sagra della polenta taragna) un'altra se ne apre.Della serie: teniamo ben alto lo spread del ridicolo.Ovvero l'affaire Celentano.Il quale, invece di contestare la quantità di banalità da bar (della Via Gluck) dei suoi monologhi, viene accusato dell'unico crimine che fa sollevare il vero potere forte del paese (ovvero il Vaticano): l'aver parlato, appunto, di Santa Chiesa Cattolica Romana.Il Vaticano.O almeno di un paio di sue emanazioni, francamente fra le meno importanti e soprattutto degne di celentaneo sdegno: Avvenire e Famiglia Cristiana.La qualità (da bar appunto) dei monologhi/invettive dell'unico santone cui la Rai, almeno fino all'altro ieri, riconosceva il diritto di parlare senza controlli e senza censure appare evidente non appena si cominciano ad elencare le ragioni per cui oggi è possibile criticare il Vaticano.Le cui finanze sono fin troppo spesso opache ed oggetto di indagini (per riciclaggio ed altri reati finanziari) intralciate da tutti e due i lati del Tevere; i vari monsignori e parroci i cui nomi ripetutamente compaiono in inchieste sugli appalti pubblici, infiltrazioni mafiose, distrazione di fondi pubblici, truffe, bancarotte (San Raffaele) ecc. ed i molti nomi di funzionari e politici indagati per gli stessi reati di cui è notoria la "vicinanza" vaticana.Insomma: Mammona comanda dalle parti del Soglio.Se Celentano avesse fatto un discorso, in stile Travaglio, che elencasse tutte queste... faccenduole, allora sì che avrebeb colpito duro. Invece si è limitato ad un'invettiva in stile bulgaro, chiudere i giornali del Vaticano, che è semplicemente devastante. Per il buon senso, ed il decoro "democratico".Eppure è bastato questo per far schizzare in piedi le gerarchie vaticane, i loro famigli seduti nel parlamento italiano, e soprattutto la Rai, più che un'azienda pubblica una specie di larva pronta a spaventarsi anche del rutto di un topo.Figuriamoci se si tratta del più grosso topo che si sia visto dalle parti del Tevere in quest ultimi venti secoli.Teniamo alto il ridicolo, mi raccomando.

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