Non guardo praticamente mai la tv, è un dato di fatto, ma ieri sera ho fatto uno strappo alla regola.
Lo faccio ogni tanto, giusto per controllare di avere ancora ragione a snobbare il “mezzo” per mancanza di contenuti e – ormai – di forme, oppure quando danno qualche serie che mi interessa, o qualche film. Cosa che puntualmente ormai non accade più, visto che le serie sono sempre le stesse, quelle interessanti le passano sui canali a pagamento, e allora tanto vale risparmiare e farmele arrivare comodamente a casa con un bel discount Amazon, oppure guardarmele in streaming… Il tutto in ogni caso alimenta il circolo vizioso del “in tv ormai non fanno più nulla, tanto vale non guardarla”.
Ma un disoccupato ha vita dura, soprattutto quando si tratta di far passare il tempo, e perciò ogni tanto anche noi “schizzinosi” dobbiamo piegarci alla dura legge dell’offerta televisiva nazionale, e passare una serata a far zapping.
Se poi si è come me, si può unire l’utile al dilettevole, prendere appunti mentali, e scriverne un post. Ed allora eccoci qui, a scuotere il capo e guardarci basiti, giunti alla triste conclusione che si, siamo quel popolo di decerebrati mentali che alle prossime elezioni voteranno ancora ad mentula canis, e che quindi meritano – almeno in parte, almeno per quanto attiene alla responsabilità civile nazionale- tutte le sciagure che gli stanno capitando, visto che non sembrano in grado di fare incontrare due – dico due- neuroni nello stesso istante, e scatenare quella meravigliosa, misteriosa chimica che ci permetterebbe di –ommioddio sto per dire una bestemmia – PENSARE.
Ma no, ma no. Come ho ben imparato sulla mia pelle, avere un cervello e usarlo per pensare – da donna poi, che oltraggio!- non solo è tempo sprecato ma è addirittura dannoso. Finisce che urti la sensibilità del tuo capo ignorante e ti fai licenziare, finisce che la notte non dormi, persa nei tuoi pensieri pesanti come macigni, finisce che nessuno ti si caga di pezza perché sei “scomoda” e “difficile”. Finisce che pensi cose scomode, dici cose scomode, e ti ritrovi a fare cose scomode. Col culo per terra.
Ma sto divagando, persa nei meandri dell’autocommiserazione, mentre volevo solo introdurre la mia teoria, secondo cui in tv non c’è niente perché niente ci deve essere. Perché dobbiamo pensare al niente. Così non pensiamo a tutto il resto, e chi ci sta sopra può continuare a fotterci facendoci intanto guardare da un’altra parte, facendocela passare come una “necessità”, un “sacrificio” che bisogna fare, o una mancanza di alternative.
A questo punto, vi sento già, direte “Ah, si, beh, bella scoperta. È dagli anni ’80 che lo dicono tutti i sociologi, tvlologi e tuttologi della cazzata, e mo arrivi te?” Si, arrivo io: quando la gente ha ragione bisogna farglielo sapere.
E poi, bisogna anche farci un bell’esame di coscienza e riconoscere che, di tv parlando, ben poco è cambiato dagli anni ’80 qui in Italia, e nulla è cambiato in positivo. La dimostrazione? Ecco il palinsesto della serata campione, che cosa offriva ieri sera (e parlo solo della tv in chiaro, perché noi disoccupati di certo non andiamo a buttare soldi in canoni di tv – a parte quello Rai.. ma quello serve per avere una “tv migliore” no?-):
RAI 1 – il solito filmetto simil-storico sui buoni sentimenti con Fiorello junior, tempo di zapping prima di cambiare canale: 4 secondi.
RAI 2 – solita tribuna politica pre-elezioni. Non le guardo per partito preso (anche se ancora non so quale partito sia visto che mi fanno tutti schifo), e perché mi abbrutiscono, mi fanno incazzare, mi disgustano e.. insomma ci siamo capiti. Perché dovrei stare a farmi lobotomizzare da questa o quella corrente di pensiero, e dal solito conduttore di parte che, per smaccata piaggeria o per mancanza di palle, non ha il coraggio di fare vere domande, domande scomode, domande che la gente come me farebbe, prima di sputare in faccia al politico di turno? Tempo di zapping: 1 sec. Anzi se posso salto il canale
RAI 3 – altra tribuna politica, mascherata da buonismo, con il conduttore che finge di sbattere in prima serata i problemi della “gente vera”, le difficoltà, le frustrazioni e la rabbia, e finge di dare “voce al popolo che non ha un lavoro ed è ammazzato di tasse”, quando in realtà lo sappiamo tutti che siamo solo statistiche da tirar fuori quando serve, ma che di azioni concrete per aiutarci ancora non solo non se ne vede l’ombra, ma nemmeno l’incipit di elaborazione nella mente di Dio.
A posto siamo, giriamo.
RETE 4, CANALE 5, ITALIA 1 – film sugli americani coraggiosi che vincono in ogni situazione, molto anni ’90; Zelig che non mi fa più ridere (forse ho perso il senso dell’umorismo); Telefilm di nuova generazione su un tizio che trasporta delle cose e finisce nei casini… mia mamma lo ama, ma io preferivo Renegade e l’A-Team, a proposito di cose che tornano e sono sempre le stesse…almeno con loro ci sono cresciuta e sono i miei eroi rassicuranti. Tempo di zapping: 2 minuti e mezzo su quest’ultimo, solo per capire che palla di telefilm è.
MTV – ormai sono troppo vecchia per guardarlo e i vari “XXX Shore” o “i più idioti del mondo”…ma siamo seri?
LA 7 – tribuna politica e pubblicità sulle tribune politiche e che pizza! LA7D – “Cuochi e fiamme”… fanno la pizza? Ah no, vabeh c’era Columbro (altro personaggio anni ’80) che cucinava nella puntata VIP, e almeno ho imparato come si fa l’uovo in camicia (a 30 anni passati era anche ora….)
Vedete? A sorpresa la tv può anche essere utile!
Soprattutto se su RAI GULP danno una specie di clone di Clio Makeup, dove una tizia (un po’ sfigatella anche se truccata alla perfezione) trucca la gnocca di turno come se fosse Jennifer Aniston (de noantri). Mi sono riconfortata nel mio odio per le profumerie e tutti i ferri del “mestiere” di makeup expert. Non so perché, ma mi urta vedere che i truccatori nemmeno mettersi il gloss lo fanno come me, povera mortale, che apro il gloss e lo metto… no, loro hanno un pennellino anche per quello. Loro vivono in grandi case piene di pennellini, e palette, e sale makeup con gli specchi scenici con la cornice fatta di lampadine e… ok, giriamo che mi viene il nervoso. Noi disoccupate non abbiamo il budget per questo.
Ommioddio… su REAL TIME danno “Grassi contro magri”: una persona obesa e una anoressica si incontrano, e si scambiano il modo di mangiare per alcuni giorni, fino a che l’una non impara dagli errori dell’altra… e mentre l’anoressica vorrebbe vomitare il luculliano pranzo ammannito dalla grassa, la grassa affamata medita di uccidere la magra utilizzando solo la carota che questa le ha gentilmente concesso in cambio. Un programma che più truce non si può, e che mi ha lasciata indecisa se: disprezzarmi fino a divenire bulimica per come mangio ultimamente (i disoccupati, si sa, sono vittime della fame nervosa e depressa, e combattono una quotidiana lotta per non cedere al mangiare facile, visto che non hanno altro da fare), o diventare direttamente anoressica in modo da tornare nelle sinuose forme di un tempo.
No, devo girare, questo programma è terribile.
Su Cielo, Iris, La 5, Rai Premium etc altri film, più o meno inguardabili, mentre su RAI 5 finalmente trovo qualcosa che mi tiene incollata, estasiata, affascinata, e anche un po’ interdetta: “L’insostenibile leggerezza del prezzo”.
Un programma dove 6 ricchi figli di papà e manager di successo della Swinging London vengono spediti nei paesi poveri a “imparare” come si lavora (e come si sta al mondo). Questi, tutti aspiranti stilisti, sono stati mandati in una fabbrica indiana di vestiti a basso costo… ahahah e non hanno fatto altro per tutta la puntata che piangere per il duro lavoro, sfottere i poveracci indiani, lamentarsi della sporcizia e arrabbiarsi perché la fabbrica è peggio di un lager e…udite udite? Per lavorare si FA FATICA????
Ahaha meglio girare anche se sto ridendo fino alle lacrime della stupidità della gente che esiste a questo mondo… ma ecco, il fastidioso dubbio: non sarò mica più stupida di loro che me ne sto qui a guardare ‘sta roba ??
Qualche canale più in là c’è QVC, e qui si che cominci ad accorgerti che forse qualcosa è cambiato (ai posteri l’ardua sentenza su “in meglio o in peggio?”): fra una crema miracolosa e l’altra, e tutti gli articoli della casa in pietra viva e pelle di daino rovesciato… quasi quasi ci mancano le televendite del Baffo e i materassi di Mastrota. Questi sono professionisti della vendita, non urlano… suadono. Ti venderebbero anche la loro madre, se fosse comodamente impacchettabile e spedibile in 3 giorni lavorativi in tutta Italia – tranne Isole.
Sempre più confusa e scoraggiata, proseguo nello zapping, tentando di fuggire al qualunquismo che avanza, al consumismo che mi consuma, e infine, approdo,.. alla pace dei sensi.
I canali dei cartoni animati.
E là, dove i Teletubbies sono ormai rassicuranti come la copertina di Linus, dolcemente appaganti nell’accompagnarci verso le nanne, ecco… ecco le benedette cose che non cambiano mai: su RAI GULP c’è “Hello Spank”, e poi “Kiss Me Licia”!
E sulle note delle sigle cantate dai Cuccioli, e da Cristina d’Avena, scatta la lacrimuccia e ci possiamo finalmente addormentare, beati e felici, in questo mondo che ha ancora i suoi eroi – un po’ sciupati dal tempo ma sempre così buoni da farci salire le lacrime agli occhi.
Si, anche il Marrabbio nazionale, che in fondo era solo un duro un po’ croccante ma dal cuore di panna.