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Non ho detto gioia ma noia maledetta noia

Da Santodavid @SANTODAVID1
NON HO DETTO GIOIA MA NOIA MALEDETTA NOIA
Martedì  scorso, forse per uno strano gioco del destino, due piazze , spesso antagoniste tra di loro, hanno salutato due esponenti della musica italiana, che seppur per stile di vita e per stile musicale, molto differenti  tra loro, ci hanno regalato pezzi di musica e parole che sono entrate nelle nostre vite, ci hanno accompagnato e continueranno ad accompagnarci, perché sono indimenticabili.Senza nulla togliere assolutamente al grande Jannacci, per motivi, ovviamente comprensibili, mi sento più vicino a Franco Califano, da tutti conosciuto come “Il Califfo”, se non altro per la romanità del personaggio.E così sono andato a rovistare nei miei CD, comprati nel passato, e ho ritrovato una raccolta delle migliori canzoni scritte da Califano “Stasera canto io” e nel riascoltarlo mi è venuto in mente quando, tanti anni fa, andai al suo concerto al Teatro Parioli , ci comunicarono che il Sig. Califano aveva avuto un incidente stradale e quindi non poteva tenere lo spettacolo e ci venne rimborsato il biglietto.A quei  tempi non esisteva Facebook, non c’erano i telefonini e così solo la mattina successiva ascoltai alla radio il vero motivo, e cioè che era stato arrestato per spaccio di cocaina, accusa dalla quale fu poi totalmente scagionato ma a quei tempi altri personaggi dello spettacolo ebbero grane con la giustizia: ricordo Walter Chiari, Lelio Luttazzi, Enzo Tortora, grandi personaggi buttati in pasto alla opinione pubblica senza che ci fossero le prove delle infamanti accuse.Ovviamente non mancai al primo concerto, che tenne, questa volta al Teatro Olimpico, alla fine di quella odissea e ricordo ancora l’atmosfera di quella serata e il momento in cui andai nel camerino per farmi fare l’autografo.Ci accolse con un sorriso e con quella sua aria da grande playboy ma non esitò un attimo a donarmi la sua foto e una sua dedica, ricordo che conservo ancora tra le mie carte.Al di là di tutto quello che è stato detto, giustamente o ingiustamente su Franco Califano, al di là delle “macchiette” sul suo conto, al di là delle idealizzazioni fatte sulla sua vita, sulle sue migliaia di conquiste, sui suoi presunti rapporti con la mala, sulle serate nei night, quello che appartiene al Califfo e che ci ha lasciato, sono le parole, le sensazioni contenute nei suoi testi e sono parole che dietro l’apparenza dell’uomo invidiato, dell’uomo che tutti vorremmo imitare,  nascondono parole come solitudine, malinconia, rimpianto, nostalgia fino a quel ritornello che tutti sappiamo a memoria “tutto il resto è noia, no non ho detto gioia ma noia, noia,maledetta noia”.Un CD che parte con lo straordinario monologo recitato “Er tifoso” dove traspare tutta l’adrenalina che può provare un vero tifoso prima di una partita importante e poi prosegue con una fullimmersion nel mondo poetico  di Califano ed è tutto un susseguirsi di ricordi, di emozioni che si rivivono, rivengono in mente volti di persone che hanno in qualche modo rivoluzionato la tua vita, ti hanno fatto innamorare, ti hanno tolto il sonno e passi da “Un’estate fa” con l’autostrada della vacanza che segnerà la tua lontananza, ad “Appunti sull’animacon la notte che fa paura, la notte senza una stella accesa, notte di rabbia e dolore, notte d’amore in fretta e furia e poi arriva “Solitudine” e rivivi quella solitudine che è sempre su di te e non ti abbandona mai ed è la stessa solitudine di “L’ultimo amico va via” perché domani se va a sposà e se ggioca la libertàGli amici se ne vanno, ecco “La musica è finita” altro straordinario testo.Minuetto” cantata splendidamente da Mia Martini, una delle più grandi interpreti della musica italiana, che ha sacrificato la sua vita, la sua grandezza alla ipocrisia della gente.E poi è tutto un susseguirsi di testi, di musiche e non saprei dirvi quale possa essere la più bella,  ognuna  ti regala una forte emozione.Tra le tante canzoni e i tanti monologhi mi ero dimenticato che ce ne fosse uno che oggi, alla luce della scomparsa del grande Maestro, assume uno spessore particolare ed è il monologo che chiude questa raccolta di ben 30 testi e che si intitola “Moriremo insieme” :"Quanno io sarò vecchio e leggerò le tue lettere d'amore accanto ar foco, rivedrò con la mente a poco a poco li ggiorni in cui t'amai. Li bbaffi appassiranno sotto er pianto, mentre ricorderò quer tempo lieto e a te ripenserò ner mio segreto......se la memoria non sarà annata ar vento, te sembrerà de sentì la voce mia, tra le lame der vento dell'inverno. Me sentirai gridà la notte e er giorno, la nostra vita è stata una pazzia.Ritorneranno l'attimi sereni, con la mia mente zeppa der mio bene, vecchietta bbella mia, ritorna, vieni, strignete a me che moriremo insieme...Chissà quale canzone avrà cantato Califano accorgendosi di essere invecchiato, ricordando cosa disse in un’intervista “invecchierò solo 5 minuti prima di morire"?.Ciao Franco e quando la gioia non sarà gioia ma noia, noia, sicuramente le tue canzoni ci aiuteranno a provare meno noia.(Santo)

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